Stefano Bonaccini, nato a Campogalliano il 1° gennaio 1967 è un politico italiano, ancora per poco Presidente della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna dal 22 dicembre 2014, Presidente del PD dal 12 marzo 2023 e dal 9 giugno 2024 Deputato al Parlamento Europeo. 
Ha iniziato la sua carriera politica nel Partito Comunista Italiano; in seguito si è spostato gradualmente prima su posizioni socialdemocratiche e poi socialiste liberali, diventando uno dei principali rappresentanti dell’ala riformista del Partito Democratico.
Il Presidente della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna (articolo 121 della Costituzione), Stefano Bonaccini, che ama definirsi “Governatore” (ricordo che nel nostro Paese c’è un solo Governatore che opera presso la Banca d’Italia)a seguito del suo inserimento quale Deputato al Parlamento Europeo oggi ha ufficialmente annunciato all’Assemblea legislativa regionale che tra 2 settimane rassegnerà le dimissioni dalla carica che ricopre dal 2014.
Le sue parole, dopo aver ricordato sinteticamente la ricostruzione dal terremoto, la pandemia e l’alluvione: “Sono stati dieci anni complicati eppure sono stati dieci anni che vedono questa Regione più forte di prima“.
Ora ha la sua ricca e prestigiosa poltrona nella UE per cui è giunto il momento di “azzerare il passato” che forse non è poi così ricco di fatti positivi e, a proposito di alluvioni, che continuano a ripetersi nella “sua” Emilia-Romagna ritengo doveroso ricordare quanto pubblicato da “Il Paragone” in data 17 maggio 2023.
Quando accadono gli eventi tragici che purtroppo si sono riscontrati in Emilia-Romagna, si punta il dito contro l’abusivismo, contro il cambiamento climatico; raramente contro i vertici istituzionali di un dato territorio, se non per calcolo politico. Ecco perché suscita clamore ancor maggiore l’articolo che ha pubblicato Open, il giornale on-line fondato da Enrico Mentana, che certo non appartiene all’area culturale di centrodestra. La “bomba” l’ha sganciata Franco Bechis, direttore dal 2 gennaio al posto dello stesso Mentana. La notizia è questa: la Regione Emilia-Romagna, all’epoca già guidata da Stefano Bonaccini, con Elly Schlein come vicepresidente, aveva i fondi statali per evitare le alluvioni. Non sono stati capaci di spenderli e hanno restituito 55 milioni al governo. Questa è l’estrema sintesi di ciò che viene riportato e documentato: infatti, è la Corte dei Conti nei suoi rapporti 2021 e 2022 sulla Emilia-Romagna, a sancire che, come si legge nell’articolo, la Regione abbia restituito, in quel biennio, al ministero delle Infrastrutture 55,2 milioni di euro di un finanziamento di 71,9 milioni di euro ricevuto dallo Stato per la manutenzione e la messa in sicurezza dei corsi di acqua della Regione. L’impiego di tali risorse e per tali scopi, dunque – scrive lo stesso Bechis – avrebbe evitato il disastro compiuto dal maltempo in queste ore. Pur se, comprensibilmente, la Regione Emilia-Romagna, si è affrettata a smentire, ma basterebbe aver voglia di esaminare nel dettaglio gli interventi che erano previsti in quei finanziamenti che sono andati perduti per comprendere meglio i fatti”, già l’intoccabile sinistra!
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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