Mentre il Presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, pur continuando la sua avanzata in Ucraina, sembra essere propenso a sedersi ad un tavolo per affrontare un negoziato di pace, il Presidente degli USA, Joe Biden, “autorizza” o meglio ordina al Presidente Zelensky, a seguito di interminabili richieste, di usare i missili Atacms, quale suo “ultimo” atto prima di lasciare la Casa Bianca, ponendo così un “freno” ad una eventuale mediazione di pace!
Immediata la replica di Putin che dichiara: “La partecipazione diretta dell’Occidente allo scontro cambierà l’essenza della guerra. Prenderemo le decisioni in base alle minacce che si presenteranno”.
A seguito di tali parole ha scatenato un’offensiva contro l’Ucraina con centinaia di droni, missili da crociera, balistici, e ipersonici Zirkon, Iskander e Kinzhal, e dai Kalibr partiti dalle navi presenti nel Mar Nero.
Da Kiev il Ministero della difesa afferma che sono stati lanciati circa 150 missili, un centinaio di velivoli senza pilota, di nuova concezione e con la micidiale carica termobarica.
Andryi Sybiha, Ministro degli Esteri ucraino, aggiunge: “E’ stato un assalto contro città pacifiche, civili dormienti e infrastrutture essenziali”.
Nessuna zona è rimasta immune da tanta spregiudicata violenza che ha colpito siti in prossimità di Leopoli, sul confine polacco, tanto che da Varsavia sono decollati sei caccia F-16 Fighting Falcon a tutela dello Stato.
Il ministro della Difesa polacco Kosiniak-Kamysz sottolinea: “Ora la situazione è tornata alla normalità ma l’allerta resta alta, tant’è che abbiamo chiesto agli alleati occidentali di sostenere le nostre eventuali iniziative di difesa“
Zelensky rincara la dose: “L’obiettivo del nemico erano le infrastrutture energetiche in tutto il Paese, anche quelle militari. Purtroppo, ci sono danni importanti”.
Il Direttore generale dell’Aiea, Grossi, fortemente preoccupato, afferma: “La sicurezza degli impianti nucleari viene messa sotto pressione. Si rischia una catastrofe”.
La Federazione russa, rivendicando il successo dell’intervento militare ha chiarato: “Inflitto un duro colpo a infrastrutture che assicuravano il funzionamento del complesso militare-industriale ucraino“.
L’Ucraina, a seguito dell’attacco russo ha lanciato 57 missili e 36 droni su Belgorod e Kursk, dove i soldati nord-coreani combattono a favore di Mosca.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica