Sono sempre state le banche a mandare avanti le nazioni. Gli istituti di credito detengono un grande potere che non è paragonabile a nessun altro. Grazie agli investimenti di questi grandi organi si creano, si sviluppano e alla fine muoiono centinaia, migliaia ma anche milioni di aziende in tutto il mondo.
Le banche rappresentano un potere talmente forte da tenere in un’ unica morsa tutti i risparmiatori. Chi ha qualche soldo, chi ha risparmiato per un’ intera vita, si affida alle banche, a coloro che dovrebbero aver cura dei loro risparmi, guadagnati con sacrifici e duro lavoro. “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”, recita un antico detto, e negli ultimi tempi è stata la diffidenza a prendere il sopravvento sulle persone. Abbiamo visto cos’è successo con Banca Etruria, Banca delle Marche e compagnia bella, no? Quindi, non dobbiamo stupirci più di nulla. Non voglio certo fare di tutta l’ erba un fascio, ma non voglio neanche che quel fascio sia sempre visto come il prodotto di pochi, perché non è assolutamente così.
I dirigenti di questi istituti bancari non sempre dicono tutta la verità ai loro correntisti. Spesso, omettono dei particolari che per loro forse sono insignificanti, ma per la povera gente che può contare solo su un piccolo patrimonio personale, sono importantissimi. Alla banche non basta che un risparmiatore apra un conto e metta i suoi soldi su quel conto, ma è indispensabile far lievitare quella cifra. Se quell’ esiguo patrimonio cresce, cresceranno anche gli interessi e la banca ne trarrà dei vantaggi e qui che entrano in gioco gli investimenti nelle azioni. Semplice no? Chiariamoci, le banche non sono centri di carità, non fanno beneficenza e tantomeno i vari direttori non sono pagati per regalare soldi a destra e a manca. Ma è proprio da qui che bisogna ripartire. Bisogna ripartire dalla gente, perchè se noi perdiamo la fiducia nelle banche e soprattutto in chi ci lavora, è finita, siamo arrivati al capolinea. Oltre al decreto salva banche di Renzi, questi istituti, da anni, cercano di salvarsi da soli, attraverso delle fusioni che permettano loro di rimanere in piedi in un modo o nell’ altro. Di banche ce ne sono state tante ma altrettante sono fallite miseramente.
Insomma, qui siamo fermi sempre allo stesso punto e non riusciamo a schiodarci. Dobbiamo capire, una volta per tutte, se le banche servono a noi e al nostro paese come volano per l’ economia oppure no. Servono a dare una spinta agli imprenditori oppure assomigliano più a degli strozzini senza scrupoli che li fanno finire a gambe all’aria? I dirigenti bancari sono assunti dalle banche per tutelare i risparmi dei cittadini, oppure assomigliano più a i broker in stile americano, che fanno di tutto per appioppare questo o quel titolo azionario più o meno sicuro? Io, personalmente, non so più cosa pensare e, soprattutto, a chi dare retta.
Certo è che se le banche, negli ultimi 20 o 30 anni, avessero fatto solo ed esclusivamente quello per cui sono state create secoli fa, non ci troveremmo in questa brutta situazione. Il popolo vuole risposte, il popolo non rivuole solo il denaro sotrattogli indebitamente, ma vuole chiarezza, vuole giustizia, pretende equità. Se un giorno nessuno si affiderà più alle banche, non esisterà più un’ economia degna di questo nome. Siamo sicuri di volere arrivare fino a questo punto?
A cura di Nicola Luccarelli