Salvare una vita equivale a commettere un reato che viene sanzionato, per fortuna, e non punito con l’arresto!
Già, questa è la premiante LEGGE del nostro Paese e vediamo il perché.
Saverio Amato, 44 anni, di professione “bagnino” nella spiaggia di Cà Savio, in provincia di Venezia, si è buttato in mare e ha salvato la vita ad una bagnante 70nne in gravi difficoltà. Quale premio ha ricevuta?
E’ stato sanzionato con 1032 Euro di multa in quanto, secondi la legge dei “sapientoni” prima di assolvere il suo compito “il salvataggio di chi sta annegando” DEVE chiamare con il suo cellulare la Guardia Costiera per informarla che si sta verificando una “situazione di grave pericolo”.
Lo stesso Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha sottolineato come il bagnino sia stato multato “per omesse scartoffie“.
Auspichiamo che Zaia si prodighi affinché tala sanzione venga ritirata e con le scuse da parte di CHI (o Ente) l’ha voluta ed emessa, compresa la Guardia Costiera!
Ricordiamo inoltre che Saverio Amato, gi nel 2021, aveva salvato un bagnante e aveva ricevuto una lettera di encomio!
Intervistato in marito al fatto ha dichiarato: “Se tornassi indietro rifarei mille volte quello che ho fatto“.
Per la cronaca ricordiamo che durante il programma di formazione alla professione di “bagnino” vengono insegnate le norme da “rispettare” e a valutare il tipo di emergenza, il contesto, le condizioni della persona, la gravità e molto altro. In un intervento di primo soccorso sanitario è obbligo chiamare sempre il 118 mentre se ci sono dei dispersi in mare necessita immediatamente avvertire telefonicamente prima la Guardia costiera e poi il 118. Nel primo caso necessita compilare una documentazione da inviare alla Capitaneria di porto entro 24 ore dall’accaduto.
Quale strano Paese il nostro: si preferisce magari far morire una persona, solo perché prima necessita compilare una carta da bollo! Non sarebbe più opportuno trovare un rapporto di equlibrio?
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica