Avishai Cohen è un grande musicista, un contrabbassista, nato in Israele nel 1970, nel corso della sua carriera, ha contribuito a portare il contrabbasso sotto i riflettori dei palcoscenici mondiali e con questo ha ampliato i confini del jazz, il suo lavoro gli è valso importanti riconoscimenti a livello internazionale, tra cui il prestigioso premio del Miles Davis Awards al Montreal Jazz Festival in Canada, nel 2023. Avishai ha sviluppato una solida rete di seguaci e ascoltatori, toccando una corda sensibile del pubblico ovunque il musicista israliano si sia esibito. Nel frattempo, le sue composizioni uniche sono state utilizzate in molti film, nelle varie serie televisive incluso i documentari ed altre produzioni dei vari importanti media nel mondo.
Il palco è senza dubbio un luogo in cui Avishai si sente a casa, tanto che assistere a una delle sue performance dal vivo è probabilmente il modo migliore per conoscere il suo universo musicale. La rivista DownBeat ha definito Avishai “Un visionario del jazz di proporzioni globali”, mentre la rivista Bass Player lo ha dichiarato uno dei bassisti più influenti del Ventesimo secolo. Avishai è cresciuto in una famiglia multiculturale le cui radici affondano in Spagna, in Grecia e in Polonia. A casa, la musica era sempre nell’aria, con sua madre Ora che ascoltava sia musica classica che tradizionale. Il viaggio musicale del contrabbassista israliano è iniziato quando per la prima volta ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di nove anni.
Dopo essersi trasferito a St. Louis, nello Stato del Missouri con la famiglia all’età di quattordici anni, ha continuato a studiare pianoforte e ha scoperto il basso elettrico. Il basso elettrico lo ha stregato quando il suo insegnante gli ha fatto conoscere la musica del luminare bassista, Jaco Pastorius e Return to Forever del pianista Chick Corea. Tornato in Israele, Avishai si è iscritto alla Music and Arts Academy of Gerusalemme e si è dedicato allo studio del contrabbasso. All’età di ventidue anni dopo aver presentato servizio per due anni in una banda dell’esercito, il musicista ha deciso di fare un grande passo e si è trasferito a New York City negli USA nel gennaio del 1992, il giovane contrabbassista arrivò in una New York invernale. Trasferirsi nella Grande Mela fu una decisione difficile, sia emotivamente che professionalmente. Il giovane israliano ebbe un inizio difficile: esibendosi per strada e lavorando nell’edilizia per sopravvivere. Questo piccoli passi diedero alla sua musica un senso unico di autenticità. Si iscrisse poi alla New School di New York City e lì fu contemporaneo di artisti come Brad Mehldau e Peter Berstein.
Avishai si sarebbe presto esibito e facendo progetti di opere discografiche con il trio del pianista panamense Danilo Perez, riflettendo il ruolo essenziale che la musica latina ebbe nei primi anni sul giovane Avishai nella città di New York City. Nel 1997 una chiamata inaspettatamente pianista italo-americano Chick Corea cambiò del tutto la vita del giovane musicista israliano. Avishai si era preparato per questo momento importante. Aveva passato a uno degli amici del pianista un demo tape. Chick lo ascoltò in macchina e dopo un po’ di tempo non tanto lungo lo chiamò, sbalordito dalla sua bravura. Come co-fondatore dell’ensamble “Origina” di Chick Corea e membro del “New Trio” del pianista, per oltre sei anni Avishai Cohen divenne parte integrante della musica del pianista italo-americano e ricevette l’opportunità di affinare le sue capacità di contrabbassista, compositore è bandleader. Esibirsi e andare in tournée con il Maestro pianista ebbe un ruolo importante nel plasmare la musicalità di Avishai. Il musicista considera Chick Corea un insegnante, un collega e un caro amico. I primi quattro progetti del contrabbassista hanno per titolo “Adama“, pubblicato nel 1998, “Devotion” del 1999, “Colors” del 2000 e “Unity” del 2001, queste opere discografiche sono state pubblicate dall’etichetta Stretch Records, la label di Chick Corea e questi lavori contenevano già l’essenza della sua visione musicale e delle sue composizioni originali. Influenze mediterranee e latine, l’uso di fiati e voci hanno creato un suono davvero unico. Unity merita una mozione speciale.
È la prima registrazione a presentare Avishai al pianoforte. L’album è stato registrato con l’internazionalizzazione Vamp Band del contrabbassista, un gruppo di musicisti provenienti da diverse parti del mondo, Messico, Argentina, Cuba e Israele. L’idea alla base del progetto all’avanguardia guardia, era quella di consentire a culture diverse di interagire e conservare utilizzando il mezzo della musica, trasmettendo un messaggio di pace e armonia. La crescente gamma di progetti in cui era coinvolto spinse Avishaia creare la propria etichetta discografica, la Razdar Records con il suo manager produttore nel 2002, il che gli cosenti di seguire la sua strada e di produrre e registrare giovani musicisti di talento in cui il contrabbassista credeva. L’opera “Lyla” del 2003, e il debutto di Avishai sulla sua etichetta discografica provata, essa riflette la sua personalità artistica poliedrica. L’album incorpora suoni che spaziano dai ritmi latini all’elettronica. “At Home” del 2005 questa opera può essere considerata una metafora che definisce Avishai: “La musica ti fa sentire a casa ovunque”. La maggior parte dei follower riconoscerà anche a quest’opera “At Home” che contiene la composizione “Rememberig“, è una ballata evocativa eseguita con un trio e fino ad oggi il bis più richiesto nelle sue esibizioni dal vivo. “Rememerig” è stato anche incluso in molte occasioni in film e,documentari televisivi in tutto il mondo. Un’altra opera interessante è “Cosmopolita Continuo“, lavoro drl 2006, e seguito con grande successo e ha mostrato la magia di un’unità di un trio funzionante. Mentre il gruppo ha ampiamente costituito la base della produzione registrata dal musicista Avishai, nel corso degli anni molti musicisti diversi hanno accupato le sedie di batteria e di pianoforte. Ognuno di loro porta una nuova prospettiva alla musica. Negli anni più recenti del trio di Avishai.
La batterista Roni Kaspi è entrata a far parte della formazione del musicista israliano, essa ha delle capacità artistiche notevoli ne suonare lo strumento percussivo, essa a un bel drumming e negli assoli si capisce che questa giovane batterista a carattere, ma anche il pianista Guy Moskovich ha notevole tecnica, con una pienezza di suono di armonia e di tecnica pianistica notevole, il pianista usa l’insieme dei ‘movimenti’ che gli permettono di suonare al meglio; egli è un perfezionista. Moskovich inoltre un ottima impostazione tecnica che gli permette di usare le mani e le dita in modo di avere un’elasticità nei movimenti sulla tastiera dello strumento con velocità di esecuzione di un eccellente pianista classico. La sua tecnica pertanto lo porta ad avere un rilassamento fisico e mentale, che è la base indispensabile per un concertista. La sua coordinazione delle mani e delle dita insieme alla coordinazione dei piedi durante L’uso dei pedali, da all’artista la vera reale bravura del pianista Guy Moskovich. Nel 2007, la registrazione live “As Is…Life at the Blue Note“, quest’opera discografica è stata registrata a New York City durante una serie di concerti nel leggendario locale, il Blue Note Club. Dopo aver vissuto per molti anni a New York City, Avishai è tornato alle sue radici e si è trasferito di nuovo in Israele, pubblicando un nuovo lavoro, legato alla sua eredità e alla sua storia. “Sensitive Hours / Shaot Regishot”, pubblicato nel 2008, ha ottenuto lo status di vendite con il disco d’oro in Israele ed è stato il primo album a introdurre la voce del musicista israliano in tutte le sue composizioni, nonché canzoni in ebraico. Da allora l’opera è stata pubblicata in tutto il mondo, con grande successo. Con un’altro interessante progetto dal titolo “Gently Disturbed”, uscito nell’anno 2008.
Avishai ha fatto da maestro, trovando il giusto equilibrio tra un potente set di trio e composizioni delicate. Questo progetto è stato un’amalgama di melodie e groove complessità e semplicità perfettamente eseguite dal trio di lavoro di Avishai, tra cui Shai Maestro alpianoforte e Mark Giuliano alla batteria. Riflettendo sull’opera discografica, una serie di spettacoli che celebravano il suo decimo anniversario Cohen ha detto: “Non è un libro facile, “non è un’opera facile da [riprendere], non importa in che forma ti trovi… e musica emozionante… è semplicemente divertente da suonare!” Avishai e sempre stato aperto a varie influenze musicali nella sua carriera e ha dedicato la sua creatività alla musica che ha un significato per lui molto importante. Il 2009 ha. Visto l’uscita di un progetto livello internazionale, un opera discografica dal titolo “Aurora”, che incorpora la lingua ladina (parlata dagli ebrei seforditi) e la loro cultura. Cohen afferma: “Trovo così tanta onestà, verità e innocenza in quelle canzoni che ho voluto mantenere la lingua e la tradizione erenderle note alle persone”. Con “Aurora“, Avishai si è circondato di una nuova famiglia musicale; l’album è un progetto unico che fonde il jazz, la Musica Classica e le tradizioni sefardite popolari. La voce di Avishai e in primo piano e canta nelle lingue a cui si sente vicino (ebraico, inglese, spagnolo e ladino). L’opera multilingue è incentrata sulla voce e ha permesso al contrabbassista israliano di attrarre ascoltatori e fan ben oltre i confini della Musica Jazz. Avendo già registrato altre due opere discografiche “Continuo” e “Gently Disturbed” presso lo studio Milento,anche l’ingegnere del suono Lars Nilsson era diventato parte della famiglia artistica,del contrabbassista.
Il musicista di origine israliana sentiva che era il posto perfetto per registrare “Seven Seas”, pubblicato nel 2011, il suo secondo lavoro con la label americana la Blue Note Records, distribuita dalla Casa Discografica EMI. “Seven Seas” mette in mostra la maestria compositiva di Avishai, con le tracce sonore come Halah, e Dreaming che combinano l’intensità del miglior lavoro in trio con i suoi delicati arrangiamenti vocali e parti di fiati ornamentali. Il disco ha segnato un nuovo massimo di vendite a livello internazionale per il contrabbassista; questa opera è rimasta nelle classifiche jazz francesi per tutto il 2011 e il 2012. Le stesse sessioni che hanno prodotto anche un’altro progetto dal titolo “Duende”, pubblicato nel 2012, anch’esso accolto bene sia dal pubblico, sia dalla critica specializzata. Duende e una parola spagnola che si riferisce allo spirito, al groove, Duede e stato registrato in duo pianoforte e contrabbasso, in tandem, con Nitai Hershkovits. È stato davvero in dialogo in contatto e naturale attraverso la musica che ha gettato nuova luce sugli stadards jazz (“Criss Cross” di Monk, “All of You” di Charlie Parker e “Central Park West” di John Coltrane) e ha portato alla ribalta questi arrangiamenti di Avishai. L’opera, ha vinto il premio “German Jazz Echo Award” come migliore album internazionale nel 2013. Nel corso dello stesso anno, il contrabbassista ha presentato un nuovo, unico, progetto, “Avishai Cohen With Strings” a un pubblico mondiale. Al centro di questo progetto c’era un quartetto d’archi con una svolta: Avishai ha sostituito uno dei violini con una viola, per beneficiare del suo timbro più scuro e creare più profondità. Poi un oboista e stato aggiunto, all’ensamble e si è unito al trio principale del contrabbassista. La calda voce di Avishai in ebraico, ladino e spagnolo ha creato sottilmente un’atmosfera che ha completato la strumentazione sontuosa delle sue composizioni uniche nel loro genere. Egli ha trovato in questa configurazione originale – un’ambientazione classica con una fuga nel jazz” come l’ha descritta lui stesso – il modo migliore per esprimere appieno il suo amore per entrambi i generi.
Nel 2014, Avishai ha fatto un tour internazionale con il suo trio e il suo progetto “Almah ‘Trio With String”, questo lavoro discografico è stato pubblicato in tutto il mondo. Inoltre il contrabbassista israliano ha prodotto e presentato “All Original”, una splendida compilation di musica che celebra i giovani talenti jazzistici israliani. L’opera pubblicata sulla sua etichetta Razdar Records, Avishai ha selezionato personalmente i gruppi presenti nell’opera discografica che considerava tra i principali giovani compositori della sua terra natale. Nel 2015 ha visto l’uscita del nuovo attesissimo lavoro del trio “From Darkness“. Quest’opera si distingue per l’unità e l’ascolto reciproco tra i tre partners. “Con questo trio c’è una forma immediata di uguaglianza tra i musicisti. Qui, tre diventano uno”, afferma Cohen. L’album unisce la forza, il groove e le sfide ritmiche di pezzi originali come “Lost Tribe” o “C# -“, con la sensibilità e la fragilità evidenti di “Almah Sleeping” o “Ballad for on Unborn“.
Il titolo è un termine improprio; luigi dall’essereun tuffo nell’oscurità, questa uscita è edificante sia per l’ascoltatore che per il musicista. “In queste nostre vite difficili, la musica può essere una forma di salvezza. Almeno questo è ciò che ha sempre rappresentato per me”, afferma Cohen. Nel 2016 è stati presentato per la prima volta “An Evening with Avishai Cohen“, che ha arricchitoil suo trio principale di contrabbasso, batteria e pianoforte (oltre la voce di Avishai) con una orchestra di vari elementi. Nel corso degli anni artistici sono state realizzate collaborazioni con altre 35 orchestre, tra cui la Malmo Simphony, la Brussels Philarmonic, la BBC Concert Orchestra e la Philarmonie de Paris. Questi concerti unici e che abbracciano l’intera carriera artistica del musicista e che egli continua a svolgere ancora oggi. Chi ha seguito la carriera di Avishai saprà che i suoi riferimenti vanno lontano, passando senza soluzione di continuità dalla Musica Classica, alla Musica Jazz e al Pop. Nel 2017 il musicista israliano ha pubblicato l’opera discografica “1970”, che mette in risalto le sue influenze più accessibili e più orientate al pop, senza compromettere la sua integrità artistica. Cohen suona e canta magnificamente, dimostrando il suo amore per la melodia e l’arte della improvvisazione.
“Non è un disco jazz”, spiega Cohen. “Non so cosa sia, ma ho sempre avuto un legame con la musica popolare. Mi piace il pop tanto quanto Bach e Charlie Parker. Cantare è diventato nel tempo molto serio nella mia vita. Molte persone mi hanno chiesto: “quando uscirà l’album vocale? Bene, eccolo, qui”. In questo periodo è nata una bella e nuova collaborazione con i famosi registi francesi Eric Tolèdano e Oliver Nakachè. Il duo ha commissionato ad Avishai la colonna sonora del loro famoso film francese, “Le Sens de la Fète”. Pubblicato nell’ottobre del 2017 in oltre quaranta paesi, la colonna sonora è la musica del film includono anche le composizioni originali di Avishai “Wedding Song”, ‘Rememering”, “Nu Nu” e “Seven Seas”, tra le altre. Nel 2019 Avishai ha pubblicato un’altra opera discografica “Arvales – ‘Alberi’ nella lingua ladina, con questo progetti di questo opera registrata e pubblicata in Svezia dagli Studios Nilento. Con questa nuova produzione musicale il contrabbassista israliano ha prodotto nove composizioni originali e appena eseguite in un arrangiamento pieno di sentimento. Arvales fluttua tra brani chiave del trio con il complemento dei fiati in diverse tracce, mostrando unità di lavoro di deliberazione, spirito e gioia. L’album presenta il musicista Elchin Shirinov al pianoforte, proveniente dallo stato dell’Azerbaijan e Noam David alla batteria. Inoltre erano stati stabiliti i piani per il 2020. Quando Avishai avrebbe dovuto festeggiare il suo 50° anno con cinquanta concerti in cinquanta paesi in tutto il mondo. Tuttavia della pandemia globale di Covid-19, egli ha trascorso la maggior parte del suo 50° anno a casa sua, in Israele, componendo e registrando attivamente nel suo studio Blue Doar. Sono però stati trasmessi diversi streaming live dal suo studio di registrazione. Nei primo giorni del 2020 ha anche registrato e prodotto tre composizioni originali per il cortometraggio documentario “De Terezin au Konderblock de Birkenau” del regista francese Chochana Naukhobza. Avishai è stato inoltre invitato da Gary Barlow, cantante del gruppo dei Take That, a registrare e ad esibirsi dal vivo come ospite speciale nel brano “Before We Get Too Old”. Il brano il brano di Barlow che è stato pubblicato nell’album “Music Played By Humans”, arrivato al primo posto nelle classifiche brittanica del 2020. Nel novembre dello stesso anno l’etichetta di Avishai, Razdaz Records, ha pubblicato un cofanetto in una edizione in vinile, “The 50 Gold Selection”.
È stata,la prima,volta che la musica di Avisahai Cohen è stata rimasterizzata e presentata in modo così esclusivo, con cinquanta tracce che abbracciano l’intera carriera del contrabbassista, queste sono state selezionate all’interno di un sondaggio globale avvenuto nel 2019. Il cofanetto contiene traccia di successo come “Rememering”, “Seven Sears”, “Eleven Wives”, “Morenika” e “Song of Hope”, brani selezionati in dodici album. Nel 2021 ha portato un gradito ritorno sul palco è l’uscita dell’opera discografica “Two Roses”, registrata dal vivo con la Gothenburg Symphony Orchestra. Come nota lo stesso Cohen, le sue canzoni sembrano predisposte all’adattamento su scala orchestrale. Mantengono la stessa intensità che ha suscitato una così diffusa ammirazione per la sua musica.”Un’orchestra ha il suo ritmo”, afferma Cohen. “Quando ascolti questo disco, sembra di abbracciare un viaggio, di entrare nel mio mondo, on un modo più profondo e denso”. Il 2022 ha visto nella sua professione di musicista, la nuova scoperta una giovane artista , con un grande talento. Avishai scopre la giovane batterista Roni Kaspi. Immergersi nel mondo della ventitreenne batterista israliana Roni kaspi, egli ha un sound unico, una visione che rompe gli in questo nuovo Millennio e oltre, essa suona con i suoi sensi e ti farà ballare con la musica innovativa di questa musicista e cantautrice all’avanguardia sa trasmettere, ma con un accessibile groove, rendendo la musica e i ritmi che produce con il suo strumento percussivo un master per tutti gli amanti della musica. A soli 21 anni, Roni Kaspi è già in tournée per il mondo con il rinomato contrabbassista Avishai Cohen come membro del suo trio, dopo che lui l’ha vista suonare sui social medi. Il viaggio musicale della batterista Roni Kaspi è iniziato quando lei aveva sette anni ed è stata immediatamente attratta dallo strumento percussivo, la batteria. Roni Kaspi diplomata alla prestigiosa Thema yellin School of the Arts e ha ricevutouna borsa di studio completa, presso il Barklee College of Music, dove si è laureata nell’autunno del 2021.
Il modo della sua tecnica in cui la musicista suona la batteria sfida il genere. Le sue influenze musicali spaziano dalla musica elettronica, alla Musica Jazz e oltre, e che a loro volta costituiscono il sound fresco e versatile. Essendo l’unica musicista nella sua famiglia, la musica è stata comunque una parte importante della sua educazione, poiché i suoi genitori sono entrambi appassionati di musica. Quando le è stato chiesto perché ha scelto lo strumento a percussione, la batteria, lei ha spiegato che le sembrata naturale da subito e che è diventata parte di lei. Oltre a suonare nel trio di avishai Cohen, Roni sta anche scrivendo e producendo la sua musica originale sotto lo pseudonimo di Roni Pani, un mix di suoni elettronici, pop e musica alternativa. Il primo singolo del progetto è uscito nel gennaio del 2021, il secondo uscirà presto. Per quanto riguarda il contrabbassista israliano, il 2021 gli ha portato un gradito ritorno sia sul palco, sia per l’uscita di un progetto, l’opera discografica “Two Roses”, registrato dal vivo, con la Gothenburg Symphony Orchestra. Come nota lo stesso Cohen, le sue canzoni sembrano predisposte all’adattamento su scala orchestrale. Mantengono la stessa intensità che ha suscitato una così diffusa ammirazione, per la sua musica. Un’orchestra ha il suo ritmo, afferma Cohen. “Quando ascolti questo disco, sembra di abbracciare un viaggio, di entrata nel mio mondo, in un modo più profondo e denso”.
Il 2022 ha visto la scoperta di una nuova musicista, la batterista, Roni Kaspi; lei si è subito unita al trio di Avishai Cohen, insieme al fedele pianista Elchin Shirinov. Il trio ha fatto un tour esteso (anche in Marocco e in Senegal per la prima volta). A maggio a maggio è uscita l’opera discografica “Shifting Sands”, un nuovo progetto in trio. Registrato noti Nolento Studios, “Shifting Sands” mostra un gruppo di lavoro che colpisce tutti i cilindri. Avishai ha detto: “Questo nuovo album è il livello più alto raggiunto finora, di me come compositore e ideatore, ma (anche) avendo entrambi che esprimono l’umore e l’atmosfera. Kapsi e Shirinov sono cresciuti entrambi ascoltando la mia musica e mi considerano un’influenza, il che è incredibile per me. Perché mi sfidano anche”. La prima metà del 2023 ha già svelato molti momenti salienti, tra cui due nuovi progetti live del contrabbassista israliano (il duetto “Amity” e la banda “Iroko”) e un nuovo album in studio. A febbraio dello stesso anno, Avishai a partecipato al Blue Note Club di Tokyo, al concerto assieme al famoso pianista giapponese Makoto Ozone e hanno debuttato con il loro duet “Amity”, con recensioni entusiastiche. Questi due maestri non avevano mai suonato insieme prima e sono saliti sul palco con poche prove, solo la magia di un vocabolario musicale condiviso.
Il duet continuerà a esibirsi in tutto il mondo per tutto il 2024. La Banda Iroko di Avishai richiama,i suoi primi anni a New York City e realizza,il sogno di lunga data del contrabbassista di realizzare un progetto latino con uno dei suoi musicisti latini preferiti, il Maestro congero contate Abraham (Abe) Rodriguez Jr. I due hanno registrato anche un’album intimo in duo dal titolo “Iroko” che stato pubblicato il 5 maggio del 2024 (Believe / Native) con grande successo di critica. L’opera è stata prodotta dal contrabbassista israliano è da Javier limon. L’album include standards latini, nuovi arraggiamenti di canzoni classiche (It’s a Man’s World di James Brown). È una pietra miliare per Avishai in quanto è il suo 20° lavoro in studio di registrazione. Il debutto dal vivo della Banda Iroko avvenuto a Parigi il 12 marzo del 2024 ha riunito una serie di musicisti latini di base a New York City, tutti legati da quei giorni nella città della Grande Mela nei primi anni Novanta. Il gruppo ha poi completato un residenza di una settimana al leggendario Blue Note Club di New York City, dove il quotidiano il New York Sun ha elogiato: “Tutti nella sala hanno iniziato a tremare, muoversi e ballare sulle sedie come meglio potevamo al ritmo di quell’irresistibile ritmo di clave”.
La Banha fatto un tour esteso dal 2023 al 2024. Il 30 giugno del 2024, durante il suo concerto sold-out tenutosi al Montreal Jazz Festival, il contrabbassista ha ricevuto il più alto riconoscimento del Festival canadese: il prestigioso Miles Davis Awards. “Come 28° destinatario del premio, Avishai Cohen si unisce a un vero gotha di musicisti jazz contemporanei. In questa importante occasione, il Festival Jazz ha scritto un ecomio: “Avishai Cohen, 28° destinatario del Miles Davis Awards, ha consolisatola sua posizione di figura di spicco sulla scena jazzistica contemporaneanegli ultimi 25 anni. Come bassista, cantante e compositore, il suo repertorio si erge accanto a quelle delle più grandi icone dell jazz”. Il 2023 si è preanunciato come uno degli anni più emozionanti per il musicista Avishai Cohen!
A cura di Alessandro Poletti esperto di musica jazz – Foto Repertorio