Il nuovo decreto – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale da oggi – cercherà di mettere ordine. Ne è sicuro Salvini che dapprima aveva rilasciato delle anticipazioni durante un intervento alla Camera dei Deputati per poi riprendere l’argomento negli studi di Quarta Repubblica. Da Nicola Porro, il leghista ha parlato di “anarchia degli autovelox” sottolineando che non dovranno essere più utilizzati come “una nuova tassa per chi va a lavorare”.

Più in generale il vicepremier e leader del Carroccio ha detto di aver “messo mano al Codice della strada”, rendendolo più severo, sperando che il Parlamento lo approvi entro luglio. In quanto agli autovelox “dovranno essere segnalati in anticipo nel rispetto delle distanze minime, almeno 1 km fuori dai centri urbani, e tra un dispositivo e l’altro dovranno intercorrere delle distanze specifiche” stabilite in base alla classificazione della strada interessata – urbana o extraurbana. E ancora, Salvini: “Saranno impiegati dove effettivamente serve”.

Di sicuro gli autovelox non potranno più stare dietro a una curva o sulle strade cittadine dove il limite è inferiore ai 50 km all’ora. Gli occhi elettronici dovranno essere sempre ben visibili, distanziati e, nel caso di dispositivi mobili, la contestazione dovrà essere immediata.

Tra le novità sostanziali ci sono l’autorizzazione, la segnaletica e i limiti. In ordine:

  • I Comuni dovranno chiedere al prefetto il nulla osta per l’installazione di autovelox dimostrando che la misura servirà a limitare gli incidenti dovuti alla velocità. Anche i dispositivi mobili, montati su treppiedi, utilizzati principalmente dalla Polizia locale, andranno coordinati con la prefettura
  • Gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo: 1000 metri sulle strade extraurbane, 200 sulle strade urbane a scorrimento e 75 sulle altre strade. In città stop agli autovelox sotto i 50 Km/h. Fuori dall’abitato potranno essere installati dove il limite è inferiore di oltre 20 Km a quello previsto dal Codice della strada.
A cura di Claudio Piselli – Foto Imagoeconomica
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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