L’Accademia della Crusca è un’Istituzione italiana con personalità giuridica pubblica che raccoglie studiosi ed esperti di “linguistica e filologia della lingua italiana“.
Nata a Firenze ad opera di Lionardo Salviati come informale gruppo di amici (la “brigata dei crusconi”) dediti, in contrapposizione alla pedanteria dell’Accademia fiorentina a discorsi giocosi (le “cruscate”), si costituì ufficialmente il 25 marzo 1585, con una cerimonia inaugurale che seguiva di due anni il periodo in cui i suoi membri iniziarono a pensare alla possibilità di organizzarsi intorno a uno “statuto “statuto” (adunanza del 25 gennaio 1583).
Il simbolo dell’Accademia è il “frullone”, un macchinario che serviva per separare la farina dalla crusca e inoltre come motto l’Accademia adottò il verso del Petrarca “Il più bel fior ne coglie“.
La Crusca è la più antica accademia linguistica del mondo (1583), e nei suoi oltre quattro secoli di attività si è sempre distinta per lo strenuo impegno a mantenere “pura” la lingua italiana, pubblicando, già nel 1612, la prima edizione del “Vocabolario deli Accademici della Crusca”, che servì da esempio lessico-grafico anche per le lingue francese, tedesca e inglese. Nel 1636, il Cardinale Richelieu creò l’Accadémie Francaise sul modello dell’Accademia della Crusca.
Fa parte della Federazione Europea delle Istituzioni Linguistiche Nazionali, il cui compito è quello di elaborare una linea comune di protezione di tutte le lingue nazionali europee. Per l’Italia partecipano alla Federazione l’Accademia della Crusca e l’Opera del Vocabolario Italiano del CNR (iniziativa avviata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, proprio in collaborazione con l’Accademia della Crusca).
L’Accademia attualmente persegue le seguenti finalità statutarie, dedicando speciali cure:
Al mantenimento e al rinnovamento delle sue antiche tradizioni nella lessicografia, collaborando particolarmente con l’Opera del Vocabolario Italiano, istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e con altre grandi imprese lessicografiche italiane ed estere.
Alla preparazione di edizioni critiche di testi significativi, e alla promozione e pubblicazione di ricerche originali in ambito storico-linguistico, dialettologico, filologico, grammaticale, lessicografico.
Allo studio delle strutture grammaticali dell’italiano considerate dal punto di vista sincronico e diacronico, storico e comparato;
Allo sviluppo e all’applicazione delle nuove tecnologie informatiche necessarie per le ricerche nei settori sopra precisati e per la più ampia fruibilità del proprio patrimonio archivistico e bibliografico.
In collaborazione anche con altre istituzioni pubbliche e private, italiane ed estere, l’Accademia può:
Promuovere, elaborare e realizzare progetti di ricerca e di studio nei settori in precedenza indicati, coinvolgendo giovani studiosi per mezzo di borse di studio, assegni di ricerca, contratti o altre forme di collaborazione.
Promuovere e organizzare corsi di formazione, specializzazione, perfezionamento e aggiornamento rivolti in specie al mondo della scuola e dell’università.
Istituire e assegnare borse di studio, premi e altri incentivi destinati in particolare agli studenti delle scuole medie superiori e delle università.
Fornire consulenze, pareri e altri servizi in campo linguistico a favore di enti pubblici e privati, società e privati cittadini, dedicando particolare attenzione alla scuola;
Organizzare convegni di studio, seminari, mostre e altre manifestazioni culturali, anche di carattere divulgativo.
Stipulare accordi di collaborazione e convenzioni con università e altre istituzioni culturali e accademie italiane ed estere.
Collaborare con lo Stato, l’Unione Europea, le Regioni e gli Enti locali in ordine a progetti e manifestazioni sul tema delle lingue e dei linguaggi.
Oggi 23 luglio 2024
Claudio Marazzini, nato a Torino il 26 ottobre 1949, linguista italiano si è laureato nel 1972 nell’Università di Torino; è stato dal 1998 al 2019 “professore ordinario” di Storia della lingua italiana, dapprima nella Facoltà di Lettere, poi (dal 2011, con la riforma universitaria “Gelmini” e con la conseguente abolizione delle Facoltà) nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale, di Vercelli. In precedenza, aveva insegnato nelle università di Macerata (dal 1988 al 93, dopo avere vinto il concorso di professore associato) e di Udine (dal 1994 al 1997, dopo avere vinto il concorso, allora nazionale, a professore ordinario). Ha tenuto corsi all’estero, nel febbraio-luglio 2011 e nel febbraio-luglio 2012, presso l’Università di Losanna, in qualità di professeur invité. Il giorno 8 ottobre 2020 è stato nominato “professore emerito” con decreto del ministro dell’Università Gaetano Manfredi. E’ autore di manuali generali dedicati alla storia linguistica italiana, dei quali il più affermato come testo di riferimento è La lingua italiana. Profilo storico (1ª ed. 1994, 2ª ed. 1998, 3ª ed. 2002). Una versione dell’opera rivolta ad un pubblico più largo, la Breve storia della lingua italiana (Bologna, 2004), è stata tradotta in tedesco (Tübingen, 2011). Con dirige la rivista “Lingua e Stile“, pubblicata dalla Società Editrice il Mulino di Bologna. È direttore responsabile della rivista on line “Italiano digitale” (ID) dell’Accademia della Crusca. Dirige dal novembre 2022 gli “Studi di lessicografia italiana” dell’Accademia della Crusca. Inoltre svolge anche attività giornalistica.
E’ stato interpellato, in questi giorni, come evidenza il quotidiano “Il Sole 24 ore”, in merito all’autoritarismo linguistico, a proposito di quanto “imposto” dai sostenitori del femminile, del maschile o degli asterischi è il vero nemico della lingua italiana.
Claudio Marazzini, nella sua qualità di Presidente onorario dell’Accademia della Crusca in merito al “ddl” proposto dalla sinistra e contestato dal Senatore della Lega Manfredi Potenti con il “ddl” – Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere – in cui chiedeva il veto dell’uso l’uso scritto, negli atti pubblici, di parole come sindaca, questora, avvocatessa e anche rettrice, risponde: “Poco tempo fa un rettore ha introdotto ufficialmente il femminile sovra esteso nel regolamento del suo ateneo: ha abolito il maschile “rettore”, lasciando sopravvivere solo “rettrice”. Mi pare che nessuno l’abbia obbligato a correggere una simile forzatura, che meritava come minimo un’interrogazione parlamentare. In molti atenei già le autorità accademiche impongono ai docenti l’abbandono del maschile non marcato, e pretendono l’uso obbligatorio di asterischi e schwa. Per fermare queste imposizioni non si muove nessuno e basterebbe un richiamo del ministero“.
Secondo il suo sicuramente pregevole parere, rima di avanzare tali proposte del tutto contrastanti con la nostra madre lingua e pertanto inapplicabili, sarebbe stato certamente utile approfondire il “problema” leggendo i consigli e i suggerimenti dell’Accademia della Crusca, soprattutto prima di indirizzare proposte modificative al Comitato pari opportunità della Corte di Cassazione.
Secondo la sua esperienza l’autoritarismo linguistico apre la via ai fautori del femminile sovra esteso, ai fanatici di schwa e asterischi, che, come purtroppo già fanno “si propongono al mondo come custodi della libertà democratica, mentre in realtà, a loro volta, sono ben propensi a varie forme di autoritarismo. E il nemico vero è proprio quello: l’autoritarismo linguistico, di qualunque segno”.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Repertorio 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui