Mike Bongiorno ha rappresentato, per me, e per una intera nazione, un simbolo di continuità, innovazione e familiaritá, giocando un ruolo cruciale nello sviluppo della televisione e nel plasmare lo sviluppo televisivo italiano. Ricordo ancora, come fosse ieri, la TV dei miei nonni accesa in soggiorno sul canale che trasmetteva l’amato Mike. Come fosse uno di famiglia, anno dopo anno, ha accompagnato la vita di tanti italiani, compresa la mia, strappando sempre un sorriso smagliante.

Lui, il Re del sorriso, da conduttore si trasformò in icona della cultura popolare italiana. La sua influenza fu visibile a ricchi e poveri, anche oltre il piccolo schermo: tutt’ora, infatti, viene citato in film, libri e non solo, è stato anche protagonista di tesi di laurea. La sua immagine seria ma allegra, sinonimo di un’epoca d’oro della televisione italiana si è prolungata per oltre cinque decenni, dimostrando una straordinaria capacità di adattarsi ai cambiamenti del mezzo espressivo ed ai gusti del pubblico.
Da integerrimo professionista, ha lavorato sia per la Rai che per Mediaset, mantenendo sempre alta la sua popolarità. Ha introdotto e perfezionato il format dei quiz televisivi in Italia, presentando programmi di grande successo come “Rischiatutto”, “La ruota della fortuna”, per citarne solo due. Questi show non solo intrattenevano, ma educavano il pubblico, ampliando la conoscenza generale su argomenti di cultura varia. Mike era certamente noto per il suo stile semplice, diretto e familiare, ma anche per la sua personalità affabile e genuina che lo rendevano molto vicino ai telespettatori di ogni età, che lo percepivano come un amico, uno di casa. Questa caratteristica gli ha permesso di conquistarne fiducia e affetto, tanto che a piangerlo al suo funerale vi fu, dal vivo, una fetta importante dello stivale.
Durante gli anni ’60 e ’70, per esempio, quando la televisione era uno dei pochi media di massa accessibili a tutti, i suoi programmi hanno creato momenti di aggregazione familiare e sociale. Ricordo le mie zie con occhi sbarrati mentre chiacchieravano in salotto con lo sguardo rivolto a Super Mike. Le sue trasmissioni venivano seguite da milioni di persone, contribuendo così a creare una cultura comune. Mike è stato tra i pionieri della televisione italiana, iniziando la sua carriera televisiva negli anni ’50 con l’indimenticabile “Lascia o raddoppia?”, il primo quiz show della Rai, che contribuí a definire il genere e a fidelizzare il pubblico. A lui hanno dedicato diversi volumi. Quello “ufficiale” rimane “Grazie Mike”, scritto con Edmondo Conti, pubblicato nel 2007. Il libro è un’autobiografia che ripercorre la vita e la carriera di Bongiorno.
Il presentatore racconta esperienze personali e professionali, dalle prime trasmissioni televisive in Italia alla lunga carriera come conduttore di numerosi programmi di successo. Il testo offre, poi, uno sguardo intimo sulla sua vita, comprese le sfide e i successi che ha ottenuto lungo il percorso. Mike Bongiorno ha insegnato l’importanza della professionalità, dell’innovazione, e della connessione genuina con il pubblico, diventando un modello di riferimento per le generazioni successive di presentatori e intrattenitori. Ha contribuito alla diffusione di termini e modi di dire entrati poi nell’uso comune, mostrando come i media possano influenzare la lingua e la cultura di un paese.
Non ha mai avuto paura di ammettere i propri errori in diretta, trasformandoli in momenti di leggerezza e simpatia… Solo i numeri uno fanno questo, a mio avviso. Un comportamento, questo, che ha insegnato l’importanza dell’umiltà e della capacità di sdrammatizzare. Ha dimostrato che un presentatore può spaziare tra diversi generi di programmi, dai quiz ai programmi di varietà, mantenendo sempre un alto livello di professionalità e carisma. Bongiorno era noto per la sua preparazione meticolosa e la dedizione al suo lavoro. Ha mostrato come la costanza e l’impegno possano portare al successo duraturo, peccato che oggi tanti volti social non comprendano che per fare TV occorre studiare tanto perché il successo che cavalca le onde lo ottengono solo i grandi ovvero coloro che con umiltà hanno salito gradino dopo gradino tutta la scala fino alla vetta. Avrebbe compiuto 100 anni in questo mese di maggio 2024 e avrebbe sicuramente detto “Allegria”. Manca, manca tantissimo a me, a voi, a tutti.
Mi ricordo le sue simpatiche gaffe, il suo modo di parlare e le serate trascorse guardando “La Ruota della Fortuna”, (uno dei suoi programmi di successo), insieme ai miei genitori. La conduzione di Mike era un mix vincente di eleganza, simpatia e professionalità. Mike è uno dei padri della televisione moderna. Sapete quale era il sogno da bambino? Il suo sogno era quello di diventare giornalista, ma la sua aspirazione fu messa a dura prova a causa della guerra.
Bongiorno, nato a New York nel 1924, in seguito alla separazione dei genitori, giunse in Italia con la madre stabilendosi a Torino. Non ebbe vita facile…Divenne partigiano, venne catturato dalla Gestapo e deportato in vari campi di concentramento. Dopo la sua liberazione, nel 1945, decise di tornare a New York e di iniziare a lavorare prima come giornalista e poi come tecnico, speaker e programmatore radiofonico. Successivamente grazie alla radio tornò in Italia e divenne l’uomo che tutti noi conosciamo e ricordiamo con amore. Mike è sempre stato molto moderno, quindi non si tirò indietro quando nel 1977 un giovane Silvio Berlusconi gli propose di entrare nella squadra della prima televisione commerciale: Mediaset. Questa scelta permise di arricchire il mondo televisivo rompendo il dominio avuto fino ad allora dalla RAI. Mike andrebbe studiato tra i banchi di scuola perché lui ha visto cose che noi umani nemmeno immaginiamo. Il primo a portare gli sponsor all’interno delle trasmissioni televisive italiane fu? SuperMike, aggiungendo il suo ingrediente speciale: il racconto.

Nicolò Bongiorno, pubblicamente, ha ricordato, negli ultimi anni, che per suo padre gli sponsor, ed il rispetto per essi, era molto importante. Ma non erano gli autori o la dirigenza a scegliere quali aziende inserire nei suoi programmi: era lui stesso.
Prima di decidere se accogliere una determinata azienda, Mike voleva visitarne la sede, vedere la linea produttiva, assicurarsi che tutto fosse a norma e, in ultimo ma non per importanza, provare personalmente il prodotto. Mike provava il prodotto, andava a conoscere l’azienda, incontrava le persone che lavoravano in quel luogo e non voleva un copione per promuovere l’articolo durante la sua trasmissione. Il conduttore raccontava la sua esperienza, usava le parole che avrebbe utilizzato chiacchierando con i suoi cari e per questo motivo ogni spot era diverso ed unico perché traeva spunto dalla profonda conoscenza del marchio, della sede e della produzione.
Una cosa rara, forse unica, per un pilastro del suo calibro. Quello che faceva Mike Bongiorno non era pubblicità ma una più ampia operazione di marketing. Era storytelling, narrazione di un’esperienza personale. Non so quanto ne fosse consapevole, certo rivoluzionò il modo di promuovere attraverso il mezzo televisivo. Tanti di noi hanno acquistato i prodotti che lui promuoveva perché certi che lui non avrebbe mai rifilato una fregatura. Ci metteva la faccia e questo bastava. Mike parlava a noi del pubblico come se fosse un vicino di casa di cui fidarsi… È stato il primo il Padre degli attuali influencer.
Caro Mike, sento il bisogno di scriverti queste poche righe per esprimere la mia più sincera gratitudine per tutto ciò che hai rappresentato e continui a rappresentare per milioni di italiani, me compresa. La tua carriera straordinaria, costellata di successi televisivi e momenti indimenticabili, ha segnato profondamente la storia della televisione italiana ed i miei primi 40anni. La tua professionalità, la tua simpatia contagiosa e il tuo inconfondibile “Allegria!” sono stati compagni fedeli delle nostre serate, portando nelle case di tutti noi un sorriso e un senso di familiarità. Con programmi come “Lascia o Raddoppia?”,
“Rischiatutto” e “La Ruota della Fortuna”, hai saputo unire generazioni, creando un ponte tra passato e presente, tra tradizione e innovazione. La tua capacità di coinvolgere il pubblico, di farlo sentire parte di un grande gioco collettivo, è un talento raro che ha reso la tua figura un’icona ineguagliabile. Ma oltre al grande professionista, è l’uomo che desidero ringraziare. La tua genuina umanità, il tuo rispetto per il pubblico e la tua capacità di affrontare ogni situazione con un sorriso sono qualità che ci hanno insegnato il valore della semplicità e della gentilezza. Hai saputo incarnare il vero spirito dell’intrattenimento, quello che non si limita a divertire ma che sa anche educare, ispirare e unire. Grazie, Mike, per tutti i momenti indimenticabili, per le risate, per le emozioni e per averci fatto sentire parte di una grande famiglia. La tua eredità è un tesoro prezioso che continuerà a brillare nel cuore di tutti noi. Saluta i miei nonni che sono lì con te. Ah dimenticavo, su canale5 va in onda un’edizione nuova de “La ruota della fortuna” con al timone un tuo collega ed estimatore Gerry Scotti. Ma a te resta sempre lo scettro di essere stato il primo. Un bacio fin lassù. E tanti auguri di buon compleanno.
A cura di Ilaria Solazzo – Foto Imagoeconomica