“Open on-line” in un articolo di A. D’Amato, riprende quanto dichiarato da Vittorio Feltri a “Libero” in merito al caso che ha portato Alberto Stasi ad essere condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi e che lui ha sempre ritenuto innocente.
Le sue parole: “Sono sorpreso, quasi commosso. Non ci speravo più. Evidentemente i fatti mi stanno dando ragione, con molto ritardo rispetto a quello che mi sarei aspettato. Ma, come si dice, meglio tardi che mai. Il biondino dagli occhi di ghiaccio ha subito un’ingiustizia acclarata, e per me evidentissima. Aggiungo che sedici anni sono un’eternità per un ragazzo che evidentemente ha perduto in carcere gli anni migliori della sua vita. Peggio dei magistrati ci sono solo i giornalisti. Le deduzioni tratte da quelle indagini erano chiaramente errate. Avevo capito subito che quel ragazzo non c’entrava nulla. Poi davanti alla condanna mi sono arreso. Mentre riguardo le prove, non ce n’era neanche una vera e concreta. I pedali della bicicletta; le scarpe da ginnastica; lei che aveva aperto la porta all’aggressore, quindi per tutti era inevitabile che fosse Alberto. Ma non c’erano l’arma del delitto e neppure il movente. Anche la faccenda del materiale pornografico era subito caduta. E poi gli orari, mi scusi. Stasi non avrebbe potuto uccidere Chiara Poggi semplicemente perché nell’ora in cui Chiara veniva uccisa lui era a casa sua e lavorava alla sua tesi di laurea. Sul pc resta la memoria di tutto ciò che si fa. Come è possibile che non sia emerso?”.
Vittorio Feltri sostenne già allora che le “prove” che venivano definite inconfutabili in realtà altro non erano che frattaglie e sospetti ingigantiti dai media affamati dalla ricerca di un “mostro credibile” da postare in prima e Stasi sembrava il colpevole ideale.
“Perfetto. Perbene. Educato. Mai un comportamento scomposto o una frase sopra le righe. La gente ci sguazza in certi delitti, e se il colpevole ha l’aria di essere una persona seria che va fuori di testa e ammazza la sua fidanzata, trae un certo godimento. Hanno assiemato un complesso di fesserie commesse sulla pelle di un giovane che non meritava nessuna punizione. Chiara lavorava, conduceva una vita sua, evidentemente aveva amici e conoscenti come tutti i giovani di quell’età. Ma non hanno fatto nessuna indagine nell’ambiente di lavoro di lei, magari un innamorato deluso, magari un collega arrabbiato”.
Entrando nel merito di Andrea Sempio, nuovamente indagato, il suo DNA è stato ritrovato sotto le unghie di Chiara, sottolinea:
“Bisogna essere cauti, soprattutto alla luce dell’esperienza passata. Non lo conosco e non ho seguito nel dettaglio la vicenda che ha portato a individuarlo. Il mio pensiero va solo ad Alberto. Che si è fatto 14 anni di galera da innocente. Con Stasi sono diventato amico, mai abbandonato, neanche un momento. L’ho incontrato proprio la settimana scorsa e l’ho sentito due giorni fa. È un carissimo amico, un bravo ragazzo, intelligente, laureato alla Bocconi. Ha un buon lavoro da contabile, esce la mattina dal carcere e ci torna alla sera. E’ un ragazzo sereno, ma gli hanno rovinato la vita!”.
Supposto che ci sia una “svolta” totale ed emerga che Alberto Stasi è INNOCENTE chi mai pagherà i danni morali e materiali che gli sono stati causati? Ancora NOI? Forse è il caso di rivedere tutto e di è più sempre che si voglia accettare che “la legge è uguale per tutti”!
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto ImagoEconomica