Dal 1 gennaio, nella Regione governata dalla sinistra di Michele De Pascale, le donne romagnole ed emiliane potranno prendere una dose di mifepristone /RU486 per via orale o vagina e così potranno abortire in casa. Un atto amministrativo ne decreta la possibilità di assumere il farmaco a casa, senza ricovero ospedaliero.
La pillola per abortire viene assunta in due momenti: la prima pillola RU486 (mifepristone ) interessa i ricettori del progesterone, necessari per il mantenimento della gravidanza e, quindi, con questa assunzione si ha la cessazione dell’attività dell’embrione ; dopo 24/48 ore va assunto il secondo farmaco che rientra nella categoria delle prostaglandine tale assunzione ne determina l’espulsione.
Naturalmente, è tutto scritto nel kit informativo, antidolorifici e test di gravidanza da farsi 14 giorni dopo l’assunzione. Si verificherà una perdita ematica, simile a mestruazione abbondante, e chiaramente in questo modo si ha l’espulsione dell’embrione.
Ma, per la Regione, da sempre rossa, non si tratterebbe “dell’espulsione di un embrione” , nella determina del 9 ottobre 2023, emessa dalla Direzione Generale Salute e Welfare, è scritto che “durante la perdita ematica viene espulso il “prodotto” del concepimento”.
“L’Interruzione Volontaria di Gravidanza (Ivg) farmacologica” la si può avere a domicilio e la determina del Dirigente raccomanda di tenere aggiornati i portali “per una più immediata accessibilità delle ragazze e delle donne interessate”.
Nessuna menzione viene fatta sul fatto che, il Ministero della Salute, sull’applicazione della 194 ha riportato delle statistiche chiare nelle quali si evince che le complicanze, in caso di mancato o incompleto aborto, si hanno, soprattutto, con una incidenza dell’ 1,19% nel caso di aborto farmacologico con mifepristone e prostaglandina. E, detta incidenza è superiore rispetto all’interruzione di gravidanza con la chirurgia.
Non si sono fatte attendere, sul delicato problema, le proteste della FederVita che denuncia: “nessuna attenzione ai problemi della donna, né proposte per accogliere il figlio”.
Ed a proposito di figli i forti sentimenti e gli affetti famigliari spinsero De Amicis a scrivere il bellissimo racconto “Sangue Romagnolo” nel Libro Cuore di come un ragazzo si facesseuccidere per salvare la nonna da una pugnalata di un ladro. C’erano sentimenti che legavano madre e figlio e figlio e madre. Già, c’erano e malgrado il PD ancora ci sono!
Oggi, si vuole con la legge della sinistra al governo della Regione Emila Romagna che i ragazzi muoiano prima di nascere … in casa! E che le nonne non abbiamo nipoti!
A cura di Francesca Brugnettini editorialista – Foto ImagoEconomica