iNFANZIA IN SALITA
Come tutti, ho dovuto accettare l’infanzia. Ma la mia non è stata una dolce attesa della vita: è stata una corsa improvvisa, una partenza anticipata, come se qualcuno mi avesse spinto sulla pista d’atletica senza nemmeno darmi il tempo di allacciarmi le scarpe. Non c’erano preparazione né allenamento.
Solo un misto di aspettative e protezione, spesso soffocante. “Stai attento, lì c’è pericolo!” “Non andare al fiume con gli amici!””Non sudare, non correre!” Ogni slancio verso la libertà veniva frenato da un timore, da un ammonimento, da una voce che diceva: “No”. Eppure la vita, quella vera, non ti aspetta. Non chiede permesso per travolgerti. Le difficoltà non si possono evitare solo perché qualcuno ci ha detto di restare fermi. Così, mentre crescevo, mi accorgevo che affrontare il mondo significava portarsi dietro un bagaglio pesante, fatto di insicurezze e schemi mentali radicati.
I modelli che si imprimono nella mente di un bambino restano impressi come tatuaggi nell’anima. Crescendo, ho capito che non basta diventare adulti anagraficamente. Serve un lungo lavoro interiore per imparare a conoscersi, a regolare le proprie emozioni, ad accettare i propri limiti senza esserne schiacciati. La regolazione emotiva è una bussola invisibile che orienta il nostro benessere, che ci aiuta a non perderci nei giorni bui e a non montarci la testa in quelli pieni di luce. Senza di essa, è facile smarrire l’equilibrio, oscillare tra euforia e sconforto, tra fuga e rigidità. Io ci sto lavorando, ancora oggi. Perché, in fondo, crescere davvero è un cammino che non finisce mai.
AI MIEI TESORI PREZIOSI
Quando sono nato io… piangevo.
Piangevo forte, come fanno tutti i neonati,e intorno a me c’erano volti pieni di gioia,risate, lacrime di felicità,abbracci carichi di speranza. Io piangevo,ma il mondo mi accoglieva con amore. Col tempo ho imparato anch’io a ridere,a vivere ogni istante con pienezza,a sentire che ogni giorno è un donoche non va sprecato. Ho amato, ho sbagliato, ho imparato, ho tenuto stretti i miei affetti, ho cercato di dare il meglio di me, a volte riuscendoci e a volte no.E oggi, con voi accanto, vi dico che voglio vivere ogni istante che mi resta con lo stesso cuore spalancato di quando ero bambino.
Perché quando arriverà il mio tempo di andare, e arriva per tutti, io riderò al cielo divino,grato per ciò che ho avuto, per ciò che ho dato. Forse qualcuno di voi piangerà,ma spero siano lacrime piene d’amore,non di rimpianto. Perché l’amore che ci siamo scambiati rimane per sempre.bVoi siete la mia eredità più bella.E nei vostri cuori, io continuerò a vivere.nIo vi accompagnerò sempre, perché quando dormiro’ sarò sveglio da un’altra parte. Con tutto l’amore che potrò darvi.
A cura di Paolo Gabellini – Foto Imagoeconomica