*SCRIVERE PERCHÉ*
Siamo al mondo per ispirare altre persone a trovare la propria vocazione, *cercare la bellezza che proviamo a creare o che già esiste nel mondo o* negli altri. Vivere in questo modo significa lasciare le ferite del passato e non pensare a dei miraggi futuri, ma CREARE IL PRESENTE con i mezzi che la vita ci ha dato. La vita non è mai ingiusta, buona con alcuni e cattiva con altri, essa *chiede solo di essere accolta trasmessa e ricreata* . Ecco che allora lo scienziato ricerca con la speranza di scoprire del nuovo, lo scrittore produce nuovi pensieri, il professore tira fuori la parte migliore dai suoi alunni e accende il loro desiderio di conoscere. Io voglio essere così *motivato fino all’ ultimo giorno, fare ciò che solo io posso fare contribuendo così a ricreare nuova vita.*
*SIAMO PRECARI*
*Troppo spesso ci lasciamo trasportare dalla superficialità della vita moderna, travolti da stimoli privi di significato duraturo. La vera ricchezza risiede nella capacità di pensare in modo critico, di indagare le verità nascoste e *di cogliere la precarietà del mondo che ci circonda.*
Riflettiamo e’ una necessità per comprendere la vita e dare un senso al nostro cammino. *Ogni idea, ogni esperienza, ogni emozione può essere una fonte di apprendimento se ci soffermiamo su di esse con attenzione e curiosità.Solo così potremo pensare di vivere una vita piena!**
**COSÌ È STATO*
Nel 1943 una madre in mezzo ai bombardamenti, aveva concepito un figlio che a 28 giorni morì, il medico non capì la gravità del neonato. *Eravamo nella seconda guerra mondiale.* Alla fine della guerra nacque un secondo figlio, che rimase *unico,* *ricevendo un amore inibente e senza senso, soffocante!..* Questo figlio poteva scappare invece di riconoscersi in quel dolore. Ma il coraggio non lo trovò . *Da grande diede la colpa alla madre per non averlo sganciato da lei*, poi capì che gli aveva dato tutto quello che lei era: nutrimento e pensieri. *La gioia gli era stata portata via da una depressione nella giovinezza e negli anni a seguire* e non fu vinta completamente.!! Il ragazzo fece scelte sbagliate giovanili, poi fughe tardive. Solo quando, dopo tentativi ed errori, *accettò tutto il dolore come prova della vita, di ogni vita,* ed ebbe misericordia per il passato riuscì a maturare con minore sofferenza. Poi cominciò ad amare coloro che lo avevano gettato in questa prova, perché a loro volta anche loro erano stati gettati,… *e così di generazione in generazione*. Da adulto e anziano chiese perdono di tutto il male del quale aveva incolpato gli altri e la vita, perché non era forse in grado di perdonare e ringraziare i genitori e sino all’ ultimo dei suoi progenitori, *ma soprattutto il Creatore per tutte le cose meravigliose che gli aveva donato.* Siamo tutti figli e fratelli in attesa che un giorno il *Padre ci chiami a quell’ amore donatoci alla partenza e ora, al ritorno alla casa definitiva, dove sarà luce e serenità.*

A cura di Paolo Gabellini – Foto Imagoeconomica
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