Conte al Quirinale per parlare con Mattarella del dossier ex Ilva. ‘Chi viene in Italia deve rispettare le regole, sullo scudo penale il governo è compatto. Nazionalizzare l’Ilva? Valutiamo tutte le opzioni’, dice a Porta a Porta. Poi vede sindacati e enti locali pugliesi a Palazzo Chigi. L’azienda franco-indiana sapeva della scadenza della protezione legale a marzo 2019, dice alla Camera il ministro Patuanelli e chiede responsabilità, ‘in primis dalla mia parte politica’. Parla anche Di Maio: ‘Se una multinazionale ha firmato un impegno con lo Stato, lo Stato deve farsi rispettare, chiedendo il rispetto dei patti e facendosi risarcire i danni’. Domani sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti di ArcelorMittal.
“Lo scudo penale lo abbiamo messo sul tavolo” con ArcelorMittal “come primo argomento di conversazione” e dicendo che “lo introduciamo ad horas”. “Sullo scudo il governo è compatto”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel prologo della puntata di Porta a Porta, in onda stasera. “Chi viene in Italia deve rispettare le regole. Il governo non potrà mai accettare” le richieste di A.Mittal, dice il premier.
Sull’ex Ilva “a me le oscillazioni della maggioranza non mi preoccupano affatto. E la ragione è che io mi rivolgo addirittura alle forze di minoranza per una coesione e quindi non vi è dubbio che le forze di maggioranza faranno di tutto” per questo obiettivo, sostiene Conte.
“Qui invece come hanno reagito i leghisti alla minaccia di Arcelor Mittal? Salvini: “Reintrodurre subito l’immunità”. Una resa senza condizioni. Tra un po’ gli portano anche la scorzetta di limone”. Lo scrive su facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Senza contare che la multinazionale ha già detto che lo scudo non c’entra e che comunque loro lasceranno per strada 5mila persone. Siamo arrivati al paradosso che la multinazionale fa leva sui sovranisti per piegare la volontà dello Stato”, aggiunge
“Non facciamoci prendere dal naso da un’azienda. Richiameremo Mittal a rispettare gli impegni presi nell’accodo firmato il primo novembre 2018. Perché Mittal non può andarsene e lasciare le cambiali da pagare all’Italia”. Così Stefano Patuanelli al Senato nella sua informativa. “Ringrazio il premier Conte – ha aggiunto – per essere stato presente ieri ai vertici con ArceloMittal”.
“ArcelorMittal in nessun modo si impegna a produrre più di 4 milioni di tonnellate di acciaio l’anno e chiede 5 mila esuberi, non dà garanzie che queste siano misure di contingenza”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, parlando in precdenza in Aula alla Camera.
Il dl imprese, che ha eliminato lo scudo penale per Arcelor Mittal, “non ha però comportato una modifica del piano ambientale o del dpcm 2017, elemento necessario per far insorgere il recesso”.
“Parlare di Ilva” significa parlare “della strategia industriale del nostro Paese, voglio essere chiaro, il governo parla con una voce sola. Pensare a chiusura stabilimento Ilva ha un’immediata ricaduta sociale, ma ha anche un’immediata ricaduta su tutti i settori italiani legati all’acciaio, non avere l’Ilva significa non avere piano industriale serio per il paese”. Patuanelli è stato applaudito.
“Ieri i rappresentati di ArcelorMittal ci hanno detto chiaramente che non sono in grado di portare a termine il loro Piano industriale per rilanciare l’Ilva” piano con il quale hanno vinto la gara.
“Chiedo un atto di responsabilità a tutte le forze politiche, anche all’opposizione, anche dai sindacati e dalle parti sociali. Questa situazione la risolviamo se rispondiamo come sistema Paese. E’ il Paese che deve rispondere”. Questo l’appello di Stefano Patuanelli all’ Aula di Montecitorio. Un passaggio che ha ottenuto forti applausi. “Non ho problemi a metterci la faccia ma la risposta deve essere unitaria e univoca. Negli altri Paesi si fa così, non accusandosi”.
“Ministro siamo al suo fianco. Il Governo ha ragione ma se perdessimo 5.000 posti di lavoro saremmo dalla parte del torto” Così Graziano Delrio rivolgendosi a Patuanelli. “Chi vuole difendere l’Italia – ha aggiunto poi rivolgendosi a opposizione – oggi sta dalla parte del Governo. L’Ilva è prova di forza e di coraggio per questo Paese. Di forza perché non possiamo permettere alle multinazioali di scorrazzare per questo paese. L’Ilva non può essere un precedente né per Whirlool né per ArcelorMittal né per altri”.
Giuseppe Conte è salito questa mattina al Quirinale per un colloquio con il presidente Sergio Mattarella. Il presidente del Consiglio – si è appreso da fonti della maggioranza – ha riferito al capo dello stato dei suoi colloqui di ieri con la proprietà Arcelor Mittal e delle misure che possono essere messe in atto per trovare una soluzione alla crisi aziendale.
Se c’è un’ala dei Cinquestelle “che pensa che la chiusura dell’Ilva sfumata nonostante le promesse elettorali, si possa raggiungere facendo implodere la fabbrica e lasciando tutti col cerino in mano, questi sono degli incoscienti puri”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo a Tagadà su La7.
Uno sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti di Arcelor Mittal, prima programmato solo per il sito di Taranto, è stato proclamato dai sindacati Fiom, Fim e Ui per domani. La protesta partirà alle ore 7 del mattino e le segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione.
Resta alta la tensione a Taranto dopo la decisione di Arcelor Mittal di recedere dal contratto sull’ex Ilva.
Intanto è già partita la procedura di retrocessione dei rami d’azienda con la ‘restituzione’ degli impianti e dei lavoratori all’Ilva. Il premier Conte ha invitato i vertici aziendali a prendersi due giorni per ripensarci. Oggi a palazzo Chigi alle 17:30 l’incontro tra Governo e sindacati sulla vicenda ex Ilva.