Recentemente le forze dell’Ordine hanno divulgato alcune delle tante proposte per difendere gli anziani dalle truffe in atto.
Anche noi ci rivolgiamo principalmente agli anziani, a quelle persone più deboli e spesso emarginate dalla società. Potrei considerami uno di loro vista l’età pensionistica, per avvertire, e questo vale comunque per tutti, di prestare particolare attenzione, soprattutto nei momenti di confusione, non solo a chi avete intorno – ladri e borseggiatori – ma anche a chi avete difronte quando fate operazioni finanziare agli sportelli per il pagamento di bollettini o la richiesta di prelevamenti in contanti.
Nella logica delle cose difficilmente pensiamo che dietro lo sportello ci sia una “persona” scorretta, eppure su migliaia di operatori onesti, disponibili, pazienti si nasconde la “figura del disonesto” ovvero, colui il quale, sapendo di essere ben tutelato nel suo ruolo dall’Istituto erogatore dove presta il suo lavoro, ci aspetta al varco per “sottrarci” denaro con astuta arguzia.
Vediamo come opera e pertanto come possiamo difenderci da tale da chi non mette in atto la sua serietà professionale, la sua deontologia nei confronti di tutte quelle persone particolarmente di età avanzata”.
L’imbroglione appare come una persona gentile, calma, disponibile che sa valutare bene chi ha davanti a se, è una sua prerogativa, una tecnica spudorata. La molla della sua “illegalità” scatta nel momento in cui l’operazione richiesta comporta più movimenti. Sappiamo bene che per ogni operazione se fatta singolarmente dobbiamo più volte inserire nel lettore pos la “carta” e digitare il “pin”.
Questo comporta tempi lunghi, la difficoltà di premere tasti piccolissimi per digitarlo con il timore di sbagliare, oppure tenere davanti il foglietto con scritto in modo visibile tale codice.
Il “truffatore” ben conscio di tale “difficoltà”, con un sorrisetto ammiccante, ci chiede se può fare un’unica operazione comprensiva di tutti i documenti, pagamenti e prelievo o prelievi. Dov’è il problema? Tutto è più veloce, più semplice e la carta di credito va passata una sola volta.
Il “furfante” con molta cura esegue il suo compito ben consapevole che impostando in tal modo le operazioni di sportello, può sottrarci denaro, non tanto: 20 – 50 – 100 euro.
Vediamo come: supposto che dobbiamo pagare 300 euro + le spese relative a tali documenti e prelevare 400 euro in contanti, l’approfittatore imposta dalla sua tastiera l’importo totale compresa la parte che decide sia un suo “giusto compenso”. Ci consegna i documenti riportanti in chiaro il timbro del “pagato” e poi ci chiede: sono 400 euro i contanti? La nostra risposta lo conforta. Conta diligentemente le banconote, attende una verifica da parte nostra, ci consegna, solo se richiesto l’estratto conto, attende che ci allontaniamo dallo sportello e mette in tasca il “mal tolto”, così ha una perfetta quadratura di cassa.
Se prima di uscire dagli uffici dove è stata fatta l’operazione finanziaria ci accorgiamo che sull’estratto conto la cifra è maggiore di quanto dovrebbe, siamo comunque già dei “PERDENTI”, peggio ancora di quando siamo già a casa o torniamo il giorno dopo a chiedere lumi su tale – per noi – errore contabile.
Se chiediamo un controllo o una verifica di cassa – potrebbe essere anche un fatto casuale, un errore non voluto – i suoi onesti e diligenti colleghi, e il Direttore ci evidenziano, stampando la lista interna che non ci sono errori matematici solo che la voce del prelievo in contanti è maggiore di quella che effettivamente ci è stata data, pertanto, NOI, vittime del “truffatore” per quanto possiamo sostenere, siamo i veri martiri del sistema. Lasciato lo sportello
non abbiamo più diritto alcuno alla nostra contestazione, alla replica. Anzi al contrario dobbiamo moderare i nostri termini di linguaggio perché rischiamo ovviamente una querela.
In realtà è la nostra parola contro quella del responsabile alla cassa se appunto i dati stampati confermano la correttezza matematica della sua “operazione”!
Pertanto cosa mai possiamo fare? Anche se abbiamo fretta, anche se è macchinoso il controllo, prima di prendere il denaro contante dobbiamo sempre farci stampare l’estratto conto, controllare l’importo unificato dei movimenti con quanto abbiamo a nostre mani e, solo se esatto, prender il denaro e lasciare lo sportello. In alternativa, con tanta pazienza non accettare mai l’operazione proposta che ci viene suggerita in una soluzione unica ma pretendere documento per documento e per ultimo il prelievo, oppure prima preleviamo tutto quanto occorre, facendo un totale del necessario e dopo aver ritirato il contante e, a questo punto, la “mela marcia” non ha possibilità di aggiungere il “suo compenso”, pagare i documenti che verranno elencati uno per uno.
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto ImagoEconomica