Orfeo Pianelli nasce il 10 agosto 1920 a Borgoforte in provincia di Mantova, in una famiglia profondamente legata al mondo del calcio. La sua carriera sportiva inizia umilmente come corridore automobilistico dilettante, ma la sua vera vocazione si rivela ben presto nel settore calcisticodirigenziale.

Dopo aver ricoperto, dal settembre 1962, ruoli minori all’interno dell’AC Torino, Pianelli diventa Presidente nel 1963, un momento cruciale per la squadra granata. Sotto la sua presidenza, l’AC Torino si trova a vivere un periodo di grande rinnovamento e sviluppo. Pianelli si impegna attivamente per riportare il club ai vertici del calcio italiano, un compito non facile considerando la forte competizione di squadre come la Juventus e l’Inter.

Nonostante le difficoltà economiche e strutturali dell’epoca, Pianelli riesce a costruire una squadra competitiva, puntando su talenti emergenti e su giocatori di esperienza. Il punto culminante della sua carriera da presidente arriva nella stagione 1975-76, quando l’AC Torino conquista il suo settimo ed ultimo scudetto. Questo trionfo non è solo un successo sportivo, ma rappresenta anche una vittoria simbolica per la città di Torino e per tutti i tifosi granata, che avevano sofferto a lungo l’assenza di un titolo di campione d’Italia.

La squadra, allenata da Luigi Radice, gioca un calcio esaltante e dimostra di avere un grande spirito di gruppo, racchiudendo giocatori di alta qualità come Luciano Castellini, Claudio Sala, Paolo Pulici, Eraldo Pecci, Renato Zaccarelli, Francesco Graziani.

L’era Pianelli è ricordata anche per l’importanza della comunicazione con i tifosi: lui e la dirigenza dell’AC Torino lavorano duramente per creare un legame più stretto con la comunità locale, coinvolgendo i sostenitori nelle scelte del club e nei momenti decisionali. Oltre ai successi sportivi, Pianelli è anche noto per la sua capacità di affrontare le difficoltà e le tragedie della vita, tra cui il rapimento del nipote, nell’ottobre 1977 e rilasciato dopo 24 giorni a seguito del pagamento di un riscatto miliardario, che colpì profondamente il club e il suo Presidente. La sua leadership si dimostrò fondamentale per ristabilire la fiducia e portare avanti la storia del Torino.
mDopo il suo ritiro dall’incarico di presidente il 21 maggio 1982, con la cessione del club a Sergio Rossi, industriale del settore metalmeccanico, fondatore e presidente delgruppo Comau, Pianelli continuò a seguire il calcio, rimanendo un punto di riferimento per il club e i suoi tifosi. La sua figura è associata non solo ai successi sportivi, ma anche a un modo di vivere il calcio come una passione e un legame profondo con la comunità. Orfeo Pianelli passa a miglior vita il 24 aprile 2005, a Villefranche-surMer in Costa Azzurra, dove si trasferì per curare un problema fisico agli occhi, ma il suo lascito nel mondo del calcio, e in particolare nell’AC Torino, rimane indelebile. La sua dedizione e il suo amore per il club continuano a essere ricordati con affetto dai tifosi e dagli appassionati di calcio.

La storia di Orfeo Pianelli è un esempio di come la passione e la determinazione possano portare a grandi successi, non solo sul campo, ma anche nella vita sociale e culturale di una comunità.

Auguri Presidente da un vecchio cuore granata.

A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto Repertorio

Editorialista Marco Benazzi

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