Antonio Guterres il presidente dell'Onu

Secondo i nuovi dati Unicef, lanciati nella prima Giornata internazionale del gioco che si celebra oggi, e nel mese dedicato alla genitorialità, circa 400 milioni di bambini sotto i 5 anni (ovvero 6 su 10 in questa fascia d’età a livello globale) subiscono regolarmente aggressioni fisiche o punizioni corporali a casa. Di questi, circa 330 milioni sono puniti con mezzi fisici. I risultati sottolineano anche il ruolo cruciale del gioco per lo sviluppo e la salute mentale dei bambini, dei genitori e di chi se ne prende cura, in risposta ai dati che evidenziano la prevalenza di un’assistenza inadeguata, fra cui gli stimoli e l’interazione a casa, scrive Rainews.

“Quando un bambino subisce abusi fisici o verbali a casa, o quando viene privato dell’assistenza sociale ed emotiva dei propri cari, può sentire minato il proprio senso di autostima e lo sviluppo”, ha detto Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef, “una genitorialità attenta e giocosa può portare gioia e aiutare i bambini a sentirsi al sicuro, a imparare, a costruire competenze e a orientarsi nel mondo che li circonda”. Sempre più Paesi stanno proibendo le punizioni corporali sui bambini a casa. Oltre la metà dei 66 paesi che hanno vietato la pratica ha emanato una legislazione negli ultimi 15 anni, ma questo lascia ancora circa mezzo miliardo di bambini sotto i 5 anni senza un’adeguata protezione legale.

Secondo i risultati, a livello globale, persistono norme sociali dannose che sostengono metodi violenti di educazione dei figli, con più di una madre e i caregiver primari su 4 che indicano che le punizioni fisiche sono necessarie per crescere ed educare correttamente i bambini. I dati sottolineano anche le disparità nelle pratiche di assistenza e accesso ad opportunità di gioco. Per esempio, le nuove stime mostrano che circa 4 bambini su 10 fra i 2 e i 4 anni non ricevono sufficienti interazioni o stimoli a casa, il che significa che possono subire una trascuratezza emotiva e un senso di distacco, insicurezza e problemi comportamentali che possono persistere in età adulta. Inoltre, 1 su 10 non pratica attività con le persone che se ne prendono cura, fondamentali per promuovere lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo, come la lettura, la narrazione di storie, il canto e il disegno.

I dati mostrano che circa 1 bambino su 5 fra i 2 e i 4 anni non gioca con le persone che se ne prendono cura a casa, mentre circa 1 su 8 sotto i 5 anni non ha giochi o giocattoli a casa. Gli studi mostrano che i programmi per genitori basati su prove di efficacia migliorano l’assistenza, riducono la violenza e il maltrattamento familiare e migliorano la salute mentale di bambini e genitori. Questi programmi includono il coaching su approcci positivi, la costruzione di relazioni forti tra genitori e figli e il sostegno al gioco, alle punizioni non violente e alla comunicazione.

Per assicurare che ogni bambino cresca sentendosi al sicuro e amato, l’Unicef chiede ai governi di rafforzare gli sforzi e gli investimenti in protezione, ovvero rafforzare quadri giuridici e politici che vietino e pongano fine a tutte le forme di violenza contro i bambini tra le mura domestiche; supporto genitoriale, ovvero espandere i programmi per i genitori basati su prove di efficacia che promuovano approcci positivi e ludici e prevengano la violenza familiare; e apprendimento ludico,  ampliando l’accesso agli spazi di apprendimento e di gioco per i bambini, compresi gli asili, le scuole e i parchi giochi.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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