Bruno Biriaco ha lavorato come musicista iniziando all’età di nove anni a studiare pianoforte e composizione per passare, in seguito, allo studio della batteria. La prima esperienza come strumentista avviene negli anni Sessanta “The Arcients“, insieme a Manuel De Sica, fratello di Cristian e figlio del noto attore Vittorio De Sica, Stefano Marcucci.
Biriaco milita inoltre in altre formazioni rock per avvicinarsi nei primi anni Settanta alla scena jazz suonando con numerosi musicisti italiani, americani ed europei da: Chet Baker, Johnny Griffin, Bob Berg, Frank Rosolino, Giorgio Gaslini, Dino piana, Bruno Tommaso, Enrico Pieranunzi, Lee Konitz e a tanti altri artisti eccellenti. Nello stesso periodo degli anni sessanta entra a far parte del gruppo del Progressive Rock “Il Perigeo“, la formazione formata da ottimi musicisti, da Giovanni Tommaso, Claudio Fasoli, Franco D’Andrea e Tony Sidney.
Il Progressive Rock nasce nel Regno Unito negli anni Sessanta, questo genere musicale si è diffuso poi in Germania, Italia e Francia nel decennio successivo. I fautori di questa tendenza si distaccamento dalla struttura Popolare tipica della Tin Pan Alley, è il nome dato all’industria musicale newyorkese, specializzata nella scrittura di canzoni e nella stampa di spartiti, che dominò il mercato della Musica Popolare nord-americana tra la fine del Diciannovesimo secolo e la prima del Ventesimo secolo. In seguito il termine fu citato per designare, spesso in modo spregguattivo, il tipo di canzo dall’industria musicale popolare Nord Americana e europea, prima dell’avvento della canzone d’autore negli anni Sessanta; in favore di strumentizazzioni e tecniche compositive frequentemente associate alla Musica Classicae al jazz o alla Musica Colta.
I brani furono così rimpiazzati da lunghe suite musicali che potevano arrivare a durare quanto una facciata di un long playing, anche 20 minuti includendo influenze sinfoniche, temi musicali estesi, ambientazioni e testi fantasy, complesse orchestrazioni. Una parte della critica musicale, che considera il concetto alla base del genere pretenzioso e le sue sonorità “pompose” e “sopra le righe”, tende a sminuire questo genere musicale oppure a ignorarlo del tutto. Il Progressive Rock emerge nella seconda metà degli anni Sessanta. Il suo inizio è spesso identificato con il primo successo dei Procol Harum “A Whiter Shade of Pale” del 1967, e conobbe il suo picco di popolarità nella prima metà degli anni Settanta con l’affermazione anche commerciale, di formazioni britanniche quali i Pink Floyd, Genesis, King Crimson, Emerson, Lake & Palmer, Gentle Giant, Van Der Graaf Generetor, Camel e i Jethro Tull,tra i più noti e influenti del Progressive Rock.
Vi fu poi una vasta costellazione di formazioni che, pur non raggiungendo quei vertici, furono ugualmente molto influenti. La popolarità della musica, andò sempre più scemando con il finire del decennio, pur con qualche eccezione, una su tutte la band canadese dei Rush. È opinione comune che la causa principale della fine degli anni d’oro del Progressive Rock fu l’affermarsi del Punk Rock, sebbene i fattori del declino furono in realtà molteplici. La formazione dei Rush si erano formati nel 1968 nella città di Toronto, nello Stato dell’orario in Canada, annoverato fra i massimi del Progressive Rock nonché fra i principali percusoridel Progressive Metal.
Ritornando a Bruno Biriaco, il gruppo del Perigeo dopo la sua attività artistica nel mondo del Progressive Rock con i cinque album pubblicati per l’etichetta RCA Records Italiana si sciolsero nell’anno 1976, oramai il genere musicale aveva fatto il suo corso. Nello stesso anno il batterista viene chiamato dal pianista Franco D’Andrea a far parte del trio, il Trio Franco D’Andrea, con il contrabbassista Dado Gaya. Nella veste di arrangiatore d direttore, Bruno Biriaco forma, tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, la formazione allargata del Saxes Machine, il gruppo formatonda cinque sassofonisti e da una sezione ritmica. In questo progetto orchestrale prendono parte, il pianista Enrico Pieranunzi, il pianista Franco D’Andrea e il contrabbassista Massimo Moriconi.
La formazione dei Saxes Maschine si esibiscono in vari festival jazz in Italia e all’estero, tra cui, nel 1980, in una serie di concerti per la Radio Televisione danese, nella città di Copenaghen. Molti altri progetti per il musicista romano lo aspettano, nel 1983 inizia una collaborazione con l’Orchestra della Radio Televisione Italiana, Bruno Biriaco ha il compito in questo progetto di curate le musiche di diversi programmi televisivi. All’inizio del nuovo secolo, il nuovo millennio il musicista romano ha un progetto quello di fondare una nuova formazione che viene chiamata la Galaxy Big Band, ne fanno parte un organico che va da cinque sassofonisti, quattro trombettisti, quattro trombonisti un chitarrista, un contrabbassista, un batterista, un pianista e alla voce della cantante Joy Garrison, figlia del grande sassofonista John Coltrane. Biriaco viene influenzato dalla peculiare amalgama timbrica degli storici organici come Duke Ellington, Count Basie, Woody Herman, Glen Miller, Tad Jones e Mel Lewis. Bruno Biriaco nel corso della sua lunga carriera ha sviluppato un originale drumming a cavallo tra il jazz tradizionale e le moderne concezioni formali ed espressive.
A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio