518 anni dalla fondazione. L’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” ha inaugurato l’anno accademico 2023-2024.

Fondata nel 1506, mezzo scolo di storia la rende una delle Università più antiche d’Europa. La sua nascita è strettamente correlata al Ducato di Urbino. Nel 2003 l’Università è stata intitolata proprio a Carlo Bo, Magnifico Rettore per cinquantaquattro anni (1947-2001). L’Università di Urbino, da oltre mezzo secolo, si impegna per offrire agli studenti un’esperienza formativa di alto livello promuovendo la ricerca e l’innovazione.

La cerimonia si è svolta nell’Aula Magna dell’Area Scientifico Didattica Paolo Volponi alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. 

Il Rettore Giorgio Calcagnini nella sua relazione di apertura si è soffermato sui numeri che registrano l’andamento dell’Ateneo: “Nel complesso la proposta didattica incontra il favore della popolazione studentesca, – ha detto – come attesta l’analisi dei dati ministeriali ANS basata sull’indice di attrattività degli Atenei italiani. Questa rileva per le Marche una quota di studenti provenienti da fuori regione pari al 38% degli iscritti e attribuisce alla Regione Marche il quarto posto in uno specifico ranking, dopo Emilia-Romagna, Umbria e Abruzzo. Altrettanto significativo è che nella sequenza di questo quarto posto, l’Università di Urbinorisulti prima tra gli Atenei marchigiani, con il 51% di studenti provenienti da fuori regione. Fatta questa premessa, Il Rettore Calcagnini ha voluto puntualizzare che poiché il termine ultimo per le immatricolazioni è stato prorogato al 31 marzo, a oggi risultano 4.482 studentesse e studenti, un dato in linea con quello definitivo registrato lo scorso anno”. Tra i numeri riportati anche quelli che segnano un “trend ascendente per le studentesse e gli studenti laureati e che fa registrare un aumento (+ 6%) rispetto al dato dello scorso anno”. Un’altra buona notizia riguarda infine “la decisa flessione del tasso di abbandono degli studi universitari, un segnale che rinnova la nostra fiducia nelle azioni intraprese e la ferma volontà di ridurre ulteriormente il fenomeno dell’interruzione dei corsi”.

Il Rettore ha illustrato ed enumerato i corsi: 16 di Laurea Triennale, 18 di Laurea Magistrale, 5 di Laurea Magistrale a Ciclo Unico, 4 Dottorati di Ricerca, 15 Master di Primo e Secondo Livello, 13 Specializzazioni e Alta Formazione. Infine il dato incoraggiante che viene confermato anche dal “Rapporto AlmaLaurea 2023  dice che “il tasso di occupazione, a un anno dalla laurea triennale e dalla laurea di secondo livello, risulta essere del 72% circa”.

A seguire gli interventi dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo, Manola Cascella, e del Consiglio degli studenti, Giovanni Alvarez. L’accento è rispettivamente andato sull’importanza strategica dei lavoratori e delle lavoratrici al servizio della comunità e sulla necessità di recuperare fiducia negli organi di rappresentanza  universitaria per guardare al cambiamento.

Quindi l’intervento del Ministro, Anna Maria Bernini:”questa è una università circondata dalla bellezza da una grande tradizione rinascimentale ma anche da una spiccata capacità d’innovazione. Il Rettore sta facendo grandi passi verso l’internazionalizzazione, una strada giusta che occorre proseguire aprendo ancora di più agli studenti stranieri”. Il Ministro Bernini si è soffermato anche sulle risorse che il suo Ministero ha impegnato con il Piano nazionale di Ripresa e Resilenza nel 2024  quasi 900 milioni sono stati destinati alle borse di studio per circa 250 mila studenti, il bando per 60mila nuovi posti letto che dovranno essere realizzati entro il 30 giugno 2026. Lo stanziamento previsto è di 1,2 miliardi.

Al termine dell’intervento il Rettore ha fatto dono al Ministro del prestigioso “Sigillo di Ateneo

A chiudere gli interventi l’interessante La lectio magistralis ,del professor Lino Leonardi, docente di Filologia romanza alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dal titolo Razza, preistoria di una parola disumana”. Leonardiha narrato il significato etimologico di Razza, Haraz“allevamento di cavalli” e di come sia presente  in tutte le lingue occidentali. Ma ha raccontato, anche,  come sia stataoggetto di dibattiti e forti discussioni tra i linguisti. La cerimonia, molto suggestiva, è stata cadenzata da diversi intermezzi musicali e letterari.

A cura di Francesca Brugnettini editorialista – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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