Ho sempre pensato che ogni chitarrista moderno, dal dopo guerra ad oggi nel nuovo Millennio abbia avuto una scuola, e questa sia stata impartita da un suo collega che suonava prima di lui. Infondo su questa teoria ho sempre avuto ragione. Tutti i musicisti moderni e di oggi hanno avuto i loro maestri. E il caso del chitarrista George Benson e non mi vorrei sbagliare, ma ne sono sicuro, egli ha avuto la scuola del grande chitarrista Wes Montgomery. Già artista grande e di spessore per il periodo, si era tra la fine degli anni Sessanta e la prima decade degli anni Settanta, ecco proprio in questo periodo sono nati i nuovi chitarristi che hanno portato avanti la scuola dei grandi chitarristi, da Charlie Christian a Wes Montgomery appunto. Nella mia ricerca mi sono imbattuto in un bel articolo di un giornalista Sergio Casabianca, sulla storia di Wes Montgomery, sul suo centenario dalla nascita e pubblicato su online, nel sito guitarprof.it. Vorrei così a riguardo parlarvi di questo musicista così fondamentale per la chitarra jazz, per far capire anche a chi mi segue da vari anni la sua arte e la sua tecnica, quella di Wes Montgomery.

“Wes Montgomery occupa di diritto uno dei gradini più alti nell’olimpo della chitarra jazz e della chitarra moderna agli inizi degli anni ’60, resta ancor oggi un grandissimo punto di riferimento in termini di linguaggio, swing e pronuncia jazz sullo strumento. Ha pubblicato più di 20 dischi da leader e tanti altri da sideman spaziando tra jazz il più tradizionale e la revisione in chiave jazzistica di alcuni capolavori pop del suo tempo. È il primo esempio di chitarrista nel jazz dopo l’avvento di Charlie Christian. Senza Wes, e poche altre eminenze, il mondo della chitarra jazz non sarebbe cresciuto a dismisura a partire dagli anni ’60. John Lesley Montgomery, detto “Wes”, nasce il 6 marzo del 1923 ad Indianapilis.

Dopo la separazione dei suoi genitori, si trasferisce con padre e fratelli a Colombus, Ohio. Nella sua famiglia la musica è un elemento fondamentale come testimoniano le interessanti carriere di Monk Montgomery, fratello maggiore e pioniere del basso elettrico e Buddy Montgomery, pianista e vibrafonista. Nel 1935 è proprio il fratello maggiore Monk a regalare a Wes una chitarra baritona a 4 corde. Tuttavia la vera folgorazione per la chitarra jazz avviene nel 1943: tornato a Indiannapolis, dopo essersi sposato ed aver trovato impiego come saldatore in una fabbrica, West Montgomery ascolta casualmente la chitarra di Charlie Christian. Si dice che si trovasse ad un ballo con la moglie e che all’indomani abbia immediatamente comprato ina chitarra a 6 corde. Aveva 19 anni. Da quel momento la chitarra jazz diventerà la vocazione di Wes[…]”.

Perché la tecnica è il suono furono essenziali per i nuovi chittaristi che arrivarono dopo di lui, perché. “[…] Uno dei principali fattori che resero celebre Wes Montgomery e la sua personalissima tecnica, famosa per l’uso del pollice in sostituzione del plettro ed il suono adattato che ne deriva. Come detto in precedenza, Wes si trovava ad appassionarsi sempre di più del linguaggio della chitarra jazz ascoltando dischi di Charlie Christian in un periodo della sua vita in cui lavorava tante ore in fabbrica per sostenere la famiglia: arriverà ad avere 7 figli. Essendo costantemente alla ricerca del linguaggio imitando Charlie Christian ha a disposizione soltanto le ore notturne per potersi esercitare ed esplorare le possibilità dello strumento. Si dice che abbia abbandonato l’uso del plettro per non disturbare i vicini di appartamento durantele sue nottate di studio. Nonostante il minore attacco del pollice, Wes perfeziona tantissimo questa tecnica diventando sempre di più uno strabiliante virtuoso, quando la musica lo richiede.

All’inizio della sua carriera “Wes si distingue sin da subito come chitarrista jazz nella città di Indiannapolis, tant’è che nel1948 viene ingaggiato da Lionel Hampton. In quegli anni ha a possibilità di suonare è collaborare con Charles Mingus e Fat Navarro. Tuttavia, i suoi spostamenti nel paese sono molto complicati a causa della sua paura fi biaggiare in aereo. Dopo aver suonato ed inciso, con alcune formazioni insieme ai suoi fratelli: Montgomery Brothers, Johnson/Montgomery Quintet i Mastersaunds, gruppo che include il trobettista Freddy Hubbard, inizia la sua produzione da solista grazie all’incontro con l’organista Melvin Ryne. Grazie a Wes Montgomery l’organ trio, la formazione con la chitarra, batteria ed organo hammond assume grande importanza nella storia della chitarra jazz. Nella seconda parte della sua carriera è sicuramente degna di nota la collaborazione con un altro organista Jimmy Smith.

(Tratto dall’articolo – “Wes Montgomery: il centenario della sua nascita ‘L’impatto rivoluzionario di un chitarrista geniale sulle generazioni successive a 100 anni dalla sua nascita’ “- a cura di Sergio Casabianca. guitarprof.it. tratto da guitaprof.it. – 2024 guitarprof.it.)
Apprezzato da milioni di fan sia come musicista che come performer, George Benson ha da sempre attirato l’attenzione del pubblico come esperto improvvisatore e vibrante entertainer. Proponendo il suo singolare approccio malizioso, seducente e di Rhythm’s and Blues, egli si è guadagnatobuna reputazione impeccabile come una delle più intraprendenti star della musica internazionale. Benson nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, nel 1943 e inizia la sua carriera molto giovane: all’età di dieci anni registra il suo primo singolo “She Makes Me Mad” per la label RCA Victor di New York con il nome di Little George”. Nel 1964, all’età di ventunanni, pubblica il suo primo album da solista, The New Bass Guitar, seguito subito da “It’s Uptown With the George Benson Quartet “, pubblicato nel 1966, è “George Benson Cookbook”, pubblicato sempre nel 1966.

In questi anni Benson viene anche ingaggiato dal leggendario trombettista Miles Davis, per suonare la chitarra nel celebre brano “Paraphernalia” per l’opera discografica “Miles Davis in the Sky”, del 1968. Dal 1970 al 1973 Benson firma un contratto con la label CTI Records, specializzata in produzioni e progetti Jazzistici, con cui produce numerose opere discografiche, tra le quali “Bed Benson” del 1974 che scala le Billboard Jazz Chart. Dopo la CTI Records, il chitarrista americano fa un contratto discografico con la grande Casa Discografica Warner Bros. Records, sussidiaria della Warner Bros. Film Corporation, che gli garantisce una popolarità maggiore compreso il seguito del pubblico con man mano aumentava e che apprezzava l’artista. Il suo lavoro discografico “Breezin’ ” del 1976, diventa infatti una grande hit pop e vince un importante premio, il Grammy Awards, come il disco dell’anno. Nel 1988 Benson sempre prolifico di progetti pubblica “Give me the Night” il secondo lavoro con la nuova label Warner Brothers Records, ma con il contributo del grande arrangiatore, compositore, produttore discografico e direttore d’orchestra Quincy Jones, come produttore del progetto.

Con questo lavoro il grande chitarrista conquista e vince con quest’opera il secondo premio importantente della sua carriera, grazie al quale vince numerosi, Grammy Awards, diventando di conseguenza sempre più popolare agli appassionati e ai fan che lo seguono di musica Soul, Blues, Rhythm’s and Blues e Jazz. Inizia così per il chitarrista le varie collaborazioni con artisti di livello internazionale, come le note cantanti, Aretha Franklin. Chaka Khan e poi partecipando ai più importanti festival jazz del mondo. Fino alla metà degli anni Ottanta, il successo di Benson prosegue imperterrito, con album di spessore e di grande successo, come le ipere discografiche quali: “In Your Eyes”, pubblicato nel1983, il cui brano “Being with You” viene premiato ancora una volta con il Grammy Awards, come Best Pop Instrumental Performance nel 1984, e l’opera discografica 20/20, del 1984.

Per gli anni Novanta per il grande chitarrista americano si prospetta un secondo contratto con l’etichetta GRP Records. Questa è un’etichetta discografica dove viene pubblicato esclusivamente Musica Jazz e dove i due produttori scoprono nuovi giovani musicisti. La GPR Records viene fondata dal pianista Dave Grusine e da Larry Rosen nel 1978. Distribuita originariamente dalla Verve Records – Universal Music Group Jazz America. Questa etichetta è originariamente nota per le sue registrazioni digitali, con Dave Grusin il pianista e Larry Rosen, che prosperano nelle loro rispettive carriere di compositore cinematografico, musicista, ingegnere del suono e produttore di musica. Si età nel 1972, Rosen aveva appena registrato e prodotto un’opera discografica, di un musicista di nome Jan Lucien. On quell’anno, in cui Lucien (“noto professionalmente come Jan Lucien egli è stato un cantante originario di Tortola, nelle Isole Vergini brittaniche, nato nel 1942 e cresciuto a St. Thomas”).

Nel 1972 , Lucien avrebbe contattato e suonato per Dave Grusing ingegnere del suono e produttore emergente; così incise il suo primo album dal titolo “Rhasida” per la label RCA Victor, Grusing si occupò degli arrangiamenti musicali, per l’opera discografica, pubblicata nel 1973″). Benson pubblica gli album come “Absolute Benson” del 2000, che esprimono la volontà del chitarrista americano di ritornare allo stile delle sue origini. Nel 2006 questa volontà viene confermata dalla produzione dell’opera discografica “Givin’ It Up”, registrato insieme al cantante Al Jarreau e dal suo tour mondiale del 2009 “Unforfettable Tribute To Nate ‘King’ Cole”, in cui suona tutti i brani più famosi del pianista e leggenda della Musica Jazz. Sempre nel 2009, Benson viene riconosciuto dal National Edownment of the Arts come Jazz Master, un riconoscimento estremamente importante nella scena jazz americana. Nel 2013 viene pubblicato il suo ultimo lavoro discografico “Ispiration – A Tribute To Nat ‘King’ Cole, nel quale riprende lo spirito del repertorio di Cole, il grande pianista cantante, rivisitato i brani celebri con nuovi arrangiamenti.

Nel 2017 incanta il pubblico nell’unica data italiana del suo tour, nell’ambito del Marostica Summer Festival, nella città di Marostica, in provincia di Vicenza. George Washington Benson nasce nel marzo 1943, è un chitarrista cantante e compositore statunitense. Egli iniziò la carriera professionale all’età di quindici anni come chitarrista. Ex bambino prodigio, Benson si fece notare negli anni Sessanta suonando Soul-Jazz. (Il Soul-Jazz o Funky-Jazz e una sorgente musicale del jazz che incorpora forti influenze della Hard-Bop, Blues, Soul, Gospel e Rhythm’s and Blues. Il Soul-Jazz e spesso caratterizzato da trii d’organo anche con l’organo Hammond e piccole formazioni che includono, il sassofono, gli ottoni, la chitarra elettrica la ritmica il pianoforte o tastiere batteria e basso elettrico. Le sue origini risalgono agli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta, con il suo periodo di massimo splendore presso il pubblico popolare che precede l’ascesa della Jazz-Fusion, tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta.

I grandiosi di spicco della Fusion spaziavano dai pianisti bop, tra cui Bobby Timmson e Junior Mance e una vasta gamma di organismi, sossofonisti, pianisti, batteristi e chitarristi elettrici e acustici tra cui Jack McDuff, Eddie “Lockjall” Davis e Grant Green). George Benson si fece notare negli anni Sessanta, suonando Soul-Jazz con Jack McDuff e altri grandi artisti internazionali. In seguito intraprese una brillante carriera da solista, alternando il jazz, con la musica Disco, Rhythm’s and Blues e Scat. Il suo lavoro discografico “Breezin” fu certificato come triplo disco di platino, raggiungendo il primo posto nelle classifiche degli album di Billboard nel 19761. I suoi concerti furono molto seguiti per tutti gli anni Ottanta e tutt’ora a un vasto seguito. Benson ha vinto importanti premi come i Grammy Awards ed è stato onorato con una stella sulla Hollywood Walk Fame. L’inizio della sua carriera. George Benson nacque e crebbe nel distretto di Hill a Pittsburgh, nello Stato della Pennsylvania. All’età di sette anni, suonò pet la prima volta l’ulukele in una farmacia. All’età di sette anni, suonò per la prima volta la chitarra in un Night Club senza licenza il venerdì sera, ma la polizia fece chiudere presto il club.

All’età di nove anni, iniziò a registrare. Dei quattro lati che incise, due furono pubblicati: “Should Have Been Me”, per la RCA Victor, sussidiaria della Radio Company of America a New York City. Sebbene una fonte indichi che questo disco fu pubblicato sotto il nome di Little Giorgie. Nei primi anni Settanta Benson pubblicò il lavoro discografico “The Other Side of Abbey Road”, questo progetto a di per sé una rilettura delle grandi canzoni dei Beatles, brani tratti dalla celebre opera discografica “Abbey Road” del gruppo inglese, pubblicato nel 1969. Benson successivamente firmò un contratto con l’etichetta di Creole Taylor, la CTI Records, dove prudusse diversi album, con la partecipazione di diversi artisti di livello internazionale, ottenendo un certo successo. Oltre alle sue opere discografiche e alle sue esibizioni, durante questo periodo George Benson fu un membro collettivo del CTI All- Stars, sia in tournée che in registrazioni fonografiche. Oltre alle opere discografiche dal vivo del collettivo, suonò e registrò anche su alcuni album individuali dei membri del CTI All-Stars, tra i quali Freddie Hubbard e Stanley Turrentine, in particolare sull’aclamato lavoro discografico di quest’ultimo “Sugar”, pubblicati nel 1970.

L’attività artistica e i progetti del chitarrista
americano proseguono numerosi, uno tra questi è “First Light” di Freddie Hubbard, prodotto nel 1971, che vinse l’importante premio, il Grammy Awards, per la Migliore Interpretazione Jazz della formazione, alla 15 edizione edizione dei Grammmy Awards, così come altri cinque produzioni in studio del trombettista Freddie Hubbard. Benson poi pubblicò una versione di “White Rabbit”, dall’album omonimo, pubblicato nel 1972, originariamente scritto e registrato dal gruppo rock di San Francisco “Great Socety, e reso famoso dei Jefferson Airplane. La sua uscita nel 1974, di “Bad Benson”, ebbe successo sul mercato discografico e anche tramite il pubblico appassionato della sua musica e della critica, l’opera discografica salì al primo posto nella classifica jazz di Bilboard, mentre i successivi “Good King Bad”, prodotto nel1976 e “Benson & Farrell” con Joe Farrell, raggiungerò entrambi i primi posti delle classifiche jazz. Verso la fine degli anni Settanta, mentre registrava per la Warner Bros. Records, un pubblico completamente nuovo iniziò a seguire Benson. Nel progetto del 1976, con la nuova produzione “Breezin”, cantò come voce solista nel bel brano “This Masquerade”, una canzone scritta da Leon Russell.

La versione di George Benson (notevole anche per la sontuosa e romantica introduzione di pianoforte e l’assolo di Jorge Dalto), divenne un enorme successo e vinse un Grammy Awards come disco dell’anno. (Aveva cantato raramente nelle sue opere discografiche all’iniziodella sua carriera, in particolare la sua interpretazione di “Here Comes the Sun” su “The Other Sidexof Abbey Road”. Il resto del lavoro discografico è strumentale, inclusa la sua interpretazione della composizione “Affirmation” del cantante José Feliciano, prodotto nel 1975. L’anno dopo, inoltre George Benson intraprese un tour chiamato “George & Minnie Riperton”; le era stato recentemente diagnosticato un tumore al seno terminale e sarebbe morta nel 1979. Inoltre il chitarrista americano apparve sia come chitarrista, sia come corista nella canzone “Another Star” di Stevie Wonder, tratta dall’album “Songs in the Key of Life”, prodotto nel 1976. Egli ha anche registrato la versione originale di “The Greatest Love of You”, per il filmbiografico del 1977, sul grande campione di box Muhammad Alì, “The Greatest”, che è stata ripresa e cantata da Whitney Houston, con il titolo “Greatest Love of All”.

Durante questo periodo Benson ha prodotto e registrato con il direttore d’orchestra tedesco Claus Ogerman. La ripresa dal vivo del brano “On Broadway”, registrato pochi mesi dopo dell’uscita del live “Weekend in L.A.”, 1978, quest’opera vinse anche il prestigioso premio. Il Grammy Awards. L’etichetta discografica Qwest (una label sussidiaria della Warner Bros. Records, gestita dal produttore discografico Quincy Jones) pubblicò l’opera discografica “Give Me the Night”, prodotta da Quincy Jones, il prrogetto fece entrare Benson nella TopTen Pop & Rhythm’s and Blues, con la canzone “Give me the Night” (scritta dall’ex tastierista degli Heatwave Rod Temperton). Il chitarrista americano ebbe molti singoli di successo come “Love All the Hurt Away”, “Turn Your Love Around Me”, “20/20”, “Shive” e “Kissesin the Moonlight”. Ancora più importante, Jones incoraggiò Benson e ricercare le sue radici per ulteriori ispirazioni vocali, e nel frattempo riscopri il suo amore per Nat ‘King’ Cole, Ray Charles e Danny Hatheway, influenzando una serie di altre produzioni, opere discografiche vocali fino agli anni Novanta. Nonostante sia tornato più recentemente al jazz alla chitarra, con brani anche strumentali, questo tema si è riflesso molto più tardi nel lavoro discografico “Absolute Benson”, prodotto nel 2000, questa opera contiene una cover di una delle canzoni più note do Hathaway. “The Ghetto”. In questo momento Benson ha collezionato altri dischi di platinoe due d’oro. Per George Benson grande artista gli anni Novanta sono stati decisivi per la sua carriera. La prima decade.

Al musicista americano gli fu conferita la laurea Honoris Causa in Musica dal Barklee College of Music. Per commemorare lungo rapportata George Benson e l’azienda di strumenti mudicali, la spagnola Ibanez, per celebrare i trent’anni di collaborazione sui modelli GB Signature, Ibanez ha creato il modello GB. 30 TH, un modello in edizione limitata con una finitura in lamina d’oro ispirata alla tradizionale forma d’arte giapponese Gorahaku. Nel 2009, Benson è stato riconosciuto dal National Edowment of the Arts come Jazz Master, la più altaonorificenzaxdegli Stati Uniti per la Musica Jazz. Il grande musicista americano si è esibito alla 49vesima edizione dell’Occidente Summer Festival nella Macedonia del Nord, il 25 luglio del 2009 e del suo spettacolo al Tribute Nate ‘King’ Cole, “An Unforfettable – Tribute To Nate King Cole“, come parte dell’Instambul International Jazz Festival nello Stato della Turchia, il 27 luglio dello stesso anno. George Benson nello stesso anno finì di registrare un opera discografica intitolato “Songs and Storie”, con il bassista elettrico Marcus Miller, il produttore del progetton del progetto John Burk e i musicisti di sessione David Poiché è Steve Lukather. Come parte della promozione del progetto, Benson apparve e si esibì al “The Tavis Smiley Show”, “The Jimmy Kimmel Live!” e al “The Late Night with Jimmy Fallon”.

Il chitarrista americano si è esibito al Java Jazz Festival del 2011, il 4 ottobre dello stessi anno ha pubblicato l’opera discografica “Guitar Man”, rivisitando le sue radici chitarristichedegli anni Sessanta iniziò negli anni Settanta, con una raccolta di dodici canzoni di cover e di standard con colture jazzistiche, prodotte da John Burk. Nel giugno del 2013, George Benson pubblicò il suo quarto lavoro discografico, “Ispiration: A Tribute Nate King Cole”, che includeva gli ospiti Wynton Marsalis, Irina Menzel, Till Bromer e Judith Hill, s settembre, tornò a esibirsi al Festival Rock in Rio, a Rio de Janeiro, nello Stato del Brasile, trentacinque anni dopo la prima esibizione a questo festival, che era allora quello inaugurale. Nel luglio del 2016, Benson ha partecipato come mentore al programma Guitar Star di Sky Arts, nella ricerca del chitarrista più talentuoso del Regno Unito e della Repubblica d’Irlanda. Nel maggio 2016 il chitarrista americano e apparso nel singolo del gruppo Gozillaz. “Humility“. Nello stesso anno e stato annunciato che George Benson aveva firmato con la label Mascot Label Group, etichetta indipendente fondata nel 1989 nei Paesi Bassi, con il nome di Mascot Records. Benson ha poi interrotto la tournée internazionale all’inizio del 2024 in luglio, la causa problemi di salute, annulando una serie di concerti nel Regno Unito.

Il chitarrista americano pubblicò una nuova opera discografica “Dreams Do Come True: When George Benson Meets Robert Farnon” nel luglio del 2024. Il progetto era un lavoro abbandonato e basato su registrazioni con l’arrangiamento e direzione d’orchestra Robert Farnon supportato dalla London Symphony Orchestra. Dopo aver localizzato i master, Benson lì fece ascoltare alla sua etichetta la Rhino Entertainment, che incoraggiò Benson a completare il progetto. Se l’album fosse stato pubblicato quando fu registrato avrebbe preceduto la maggior parte dell’andata di produzioni del Great American Songbook, pubblicati da artisti popolari alla fine del XXI secolo. Benson annunciò anche i piani per in festival di quattro notti, chiamato, “Breezin‘ with the Star” previsto per il gennaio del 2025. E così il grande George Benson prosegue all’età di ottantadueanni la sua attività artistica di musicista e divulgatore della musica e della musica afro-americana. Quando la musica coinvolge lo stato umano e della propria anima sia in positivo che in negativo, vuol dire che c’è un nesso e questo nesso è la personalità di ogni essere umano, con la sua vita, fatta di gioia e di tristezza, come gli afro-americanani che hanno inventato i ritmi della loro terra nativa, l’africa e portata nel nuovo mondo, l’America e successivamente in tutto il mondo.

A cura di Alessandro Poletti esperto di musica jazz – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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