CARI DEFUNTI

E’ un giorno carico di sentimenti, un momento in cui il ricordo dei nostri cari defunti sembra farsi più forte. È naturale che emerga una combinazione di emozioni: la tristezza, il senso di vuoto, ma anche una grande speranza. Pensare a chi abbiamo perso può risvegliare tanti dubbi e domande sul significato della vita e della morte, sul perché delle separazioni e sulla possibilità di ritrovarsi un giorno, in qualche modo. Molte persone trovano conforto nel compiere azioni che onorano la memoria dei loro cari, come accendere una candela, portare fiori, pregare o semplicemente e parlare di loro. È un modo per colmare un po’ quel vuoto, sentendoli ancora vicini, almeno nel cuore e nella mente. Non esistono risposte definitive, ma spesso il solo tenere viva la memoria di chi abbiamo amato ci aiuta a sentire che, in qualche modo, loro continuano a far parte della nostra vita, ne siamo il loro prolungamento.

GRAZIE ALLA VITA

La vita è un dono prezioso, un’avventura irripetibile che ci viene concessa con il suo bagaglio di esperienze, emozioni, e lezioni. Spesso siamo portati a correre, a inseguire obiettivi, a pianificare il futuro, dimenticando di fermarci a riflettere su tutto ciò che già possediamo e sulle persone che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino. Per me, questa riflessione porta con sé un senso di profonda emozione  e gratitudine: guardandomi indietro, non posso fare a meno di sentirmi fortunato e di ringraziare per ogni momento, per ogni persona, e soprattutto per la mia famiglia allargata, che oggi comprende anche i miei tre splendidi nipoti. Ogni persona che ho incontrato ha lasciato qualcosa in me, un segno, una lezione, o un ricordo. Alcuni hanno attraversato la mia vita solo per un breve periodo, altri sono rimasti, ma ognuno ha contribuito a farmi diventare ciò che sono oggi. Le esperienze, belle e difficili, sono state tappe preziose di crescita. Guardando tutto questo, riesco a vedere non solo il valore di ogni singolo giorno, ma anche la bellezza di un percorso fatto di incontri e scoperte. La vita mi ha insegnato che ogni momento è unico e che ogni legame, ogni amicizia e ogni affetto ha un valore inestimabile. La famiglia, però, è sicuramente. Essere nonno è una gioia immensa, una fonte di speranza e rinnovamento. Ogni volta che li vedo, che passo del tempo con loro, mi accorgo di come la vita sia in grado di rigenerarsi, di perpetuarsi in nuove forme, in nuovi volti e il pilastro più grande della mia esistenza. I miei figli, i generi, e ora anche i nipoti sono la luce che illumina ogni mio giorno.  Con loro, scopro il “sapore” della vita: la dolcezza delle piccole cose, la forza dei sorrisi e dei giochi, l’innocenza e la curiosità con cui guardano il mondo. Questa gratitudine mi riempie il cuore e mi fa sentire in pace con il mio percorso. Mi insegna a non dare nulla per scontato, a vivere con consapevolezza e rispetto verso ogni momento, sapendo che la vita è un dono che va onorato, un’opportunità da vivere appieno. Mi rendo conto di quanto sia importante apprezzare ciò che ho e custodire i ricordi delle persone che hanno fatto parte del mio cammino, perché in quei ricordi c’è una parte di me, e in quei legami c’è la mia forza e la mia speranza per il futuro. In sintesi è un omaggio alla vita e a coloro che ne fanno parte, un richiamo a vivere ogni giorno con gratitudine e consapevolezza.

UN PO’ DI FREDDO
Inizia un po’ di freddo, lieve sussurra,
tra le foglie dorate che il vento cattura,
sopra i tetti un velo di brina sottile,
come un ricamo fatto di mille scintille.
L’aria si fa chiara, lucida e fresca,
profuma di fumo e di terra addormentata,
le mani si stringono, cercando calore,
mentre il cielo si tinge di un pallido colore.
Non è ancora inverno, ma un accenno soltanto,
un abbraccio discreto, un delicato incanto,
eppure in questo freddo trovo un conforto,
un silenzio che parla di tempo e di moto.
Inizia un po’ di freddo, e io lo sento,
come una carezza, un antico lamento,
è il respiro dell’anno che piano rallenta,
sussurrandomi storie di pace e di attesa lenta.

L’ INVERNO

Capisco bene il sentimento più  negativo verso l’inverno! È una stagione che può sembrare lunga e poco accogliente, ma ci sono tante attività che possono rendere questi mesi più piacevoli e luminosi. L’inverno è perfetto per attività al chiuso come il disegno, la scrittura, la lettura o la cucina. Puoi dedicarti a ricette stagionali come zuppe, torte o biscotti speziati, che riscaldano l’atmosfera e riempiono la casa di profumi avvolgenti. Nonostante il freddo, una passeggiata all’aria aperta (ben coperti!) o un’attività fisica in casa aiuta a mantenere il buon umore. Se ti piace, puoi provare lo yoga o o lo stretching, ottimi per la mente e il corpo. Creare una routine di benessere:  una bella tisana, una maschera viso o un bagno caldo possono diventare piccoli rituali per rilassarsi e rigenerarsi. Guardare film o serie nelle serate lunghe sono perfette per organizzare partite a carte,  film o serie TV, con amici, meglio con la famiglia allargata. Scegli film che scaldano il cuore o ti fanno viaggiare con la fantasia, per fuggire dal grigiore invernale. Cercare la bellezza dell’inverno: ogni stagione ha il suo fascino, e l’inverno non fa eccezione. Puoi provare a trovare la bellezza nel paesaggio, magari durante una passeggiata in un parco o in montagna, osservando la natura in una veste diversa. Con un po’ di creatività, anche l’inverno può diventare una stagione da apprezzare!.

LE BANCHE

L’ argomento delle banche e dei guadagni sui clienti, comprese le plusvalenze, è complesso e  spesso al centro di discussioni accese. Le banche generano profitti principalmente attraverso interessi sui prestiti e investimenti, ma una parte significativa dei loro ricavi proviene anche da commissioni su servizi e plusvalenze, ovvero il guadagno realizzato dalla vendita di titoli o investimenti a un prezzo superiore rispetto a quello d’acquisto. Le plusvalenze possono favorire le banche, ma spesso lasciano i clienti in una posizione di svantaggio. Ad esempio, quando una banca investe i risparmi dei clienti in prodotti finanziari complessi, può ottenere profitti significativi, mentre i clienti potrebbero non vedere guadagni proporzionali o addirittura subire perdite. Inoltre, i servizi di consulenza finanziaria a pagamento non sempre garantiscono un ritorno adeguato ai costi sostenuti dai clienti. Negli ultimi anni, molti richiedono una maggiore trasparenza e regolamentazione per tutelare i risparmiatori. *Un esempio è la Mifid II, normativa europea* che richiede alle banche di rendere noti i costi di consulenza e gestione, aiutando i clienti a fare scelte più informate. Sarebbe ora di avere un  giusto equilibrio.

L’ AVARIZIA È SOLITUDINE

L’ avarizia porta alla desolazione e tristezza mentre la generosità porta all’ amore. L’avarizia è spesso vista come una forza che impoverisce non solo materialmente, ma anche spiritualmente e relazionalmente. Una persona avara tende a trattenere tutto per sé, rinunciando a condividere e a costruire legami autentici con gli altri. Questo atteggiamento può portare alla desolazione e alla tristezza, poiché senza scambio, senza apertura agli altri, si finisce per isolarsi e privarsi della ricchezza dei rapporti umani. Al contrario, la generosità è un atto che arricchisce chi la pratica e chi la riceve. Quando siamo generosi, creiamo connessioni, dimostriamo empatia e diamo valore alla presenza degli altri nella nostra vita. In questo modo, la generosità diventa una fonte d’amore, capace di nutrire l’anima e di portare gioia e calore a chi ci circonda.

OPPIO DEI POPOLI

Il concetto di “oppio dei popoli” deriva da una famosa frase di Karl Marx, che descriveva la religione come “l’oppio dei popoli”, nel senso che poteva servire per alleviare la sofferenza e dare un senso di speranza alle masse, distogliendole però dai problemi reali di sfruttamento e ingiustizia sociale. Oggi, però, questo concetto si applica a molte altre cose oltre alla religione.  “L’ oppio moderno” : La televisione, i reality show, i social media, e i videogiochi spesso fungono da distrazione, occupando gran parte del nostro tempo e della nostra attenzione. Questo tipo di intrattenimento può assorbire a tal punto da farci ignorare problemi sociali, economici o ambientali importanti. Consumismo e Pubblicità: Il desiderio di possedere sempre più beni materiali può diventare una sorta di “oppio”. Ci viene fatto credere che l’acquisto di nuovi prodotti ci renderà più felici, mentre distoglie l’attenzione dalle condizioni lavorative e ambientali che accompagnano la produzione di molti beni. Nazionalismo e Populismo: Le ideologie nazionaliste e populiste vengono talvolta utilizzate per distogliere l’attenzione dai problemi economici e sociali, puntando il dito verso minoranze o altri Paesi come responsabili di tutte le difficoltà. Sport e Competizioni: Anche se lo sport è un’attività positiva, l’attenzione eccessiva verso eventi sportivi o squadre può servire a distogliere le persone da questioni più importanti, creando un senso di appartenenza e competizione che spesso oscura i problemi sociali più urgenti. Dipendenze: Alcool, droghe e gioco d’azzardo rappresentano altre forme di “oppio” che, oltre a danneggiare l’individuo, possono essere usate come valvola di sfogo per evitare di affrontare le difficoltà reali della vita quotidiana. Politiche Distrattive: Alcuni governi o gruppi di potere possono introdurre tematiche marginali o polemiche su questioni secondarie per distogliere l’attenzione dai problemi strutturali e dalle disuguaglianze economiche. Questo concetto di “oppio dei popoli” è diventato più ampio, riflettendo il modo in cui numerosi aspetti della nostra società possono essere usati per “anestetizzare” la coscienza collettiva e ritardare l’azione per il cambiamento.

SCHIAVE DELLA GIOVINEZZA

Questo problema è complesso e molto attuale. I social media hanno amplificato la pressione sulle donne riguardo all’aspetto fisico, facendo sembrare quasi necessario raggiungere uno standard di bellezza irrealistico e spesso inaccessibile. La “dittatura” della bellezza si manifesta nella pressione per aderire a determinati canoni fisici e nel culto dell’immagine, spinto da influencer, pubblicità e algoritmi che premiano l’apparenza. Questa dinamica può creare una sorta di “schiavitù” moderna, dove molte donne si sentono obbligate a investire tempo, denaro ed energie nel migliorare il proprio aspetto, anche a costo della propria salute fisica e mentale. La ricerca di “perfezione” può portare a insicurezze, disordini alimentari, ansia e depressione, con il rischio di isolare le donne dalle proprie aspirazioni, relazioni e benessere interiore. Si potrebbe dire che è necessario educare e sensibilizzare le nuove generazioni verso l’accettazione di sé e l’importanza di valori che non siano solo esteriori. Riconoscere e rispettare la diversità e la complessità della bellezza umana potrebbe aiutare a spezzare questo circolo vizioso.

A cura di Paolo Gabellini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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