Sandrino: Scusami zio, ma nonna Graziella cita sempre un gruppo musicale che, a suo dire è stato molto più importate dei Beatles. Ora considerando che conosco a malapena chi erano i Beatles perché il padre di Pillo ne possiede la collezione di dischi completa, tu mi sai dare qualche informazione su questo quartetto e se è vero che è stato così importante?

Zio: Caro Sandrino, la nonna ha perfettamente ragione. Il Quartetto Cetra, per certi versi è stato un gruppo musicale italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale mondiale, proprio come i “Fab Four”. Quando nacque, nel 1940, era un quartetto vocale maschileil cui nome, EGIE, era formato dalle iniziali dei nomi dei quattro componenti (Enrico De Angelis, Giovanni Giacobetti detto “Tata”, Iacopo Jacomellie Enrico Gentile), ma a distanza di sette anni, con la fuoriuscita di tre dei fondatori storici del quartetto, nacque “Il Quartetto Cetra, dal tipo di strumento a corde dotato di sole quattro corde, la Cetraappunto. I membri originali erano Lucia Mannucci, Giovanni “Tata Giacobetti, Felice Chiusano e Virgilio Savona. La formazione del quartetto si costruisce in un periodo di grande fermento nella musica italiana, e il gruppo si distingue subito per la sua capacità di unire cantato polifonico e ironia, creando un proprio stile inconfondibile.

Lucia Mannucci era nata a Bologna il 18 maggio 1920, ed è stata una delle voci principali del quartetto e si è fatta notare per il suo timbro vocale caldo e avvolgente. La sua carriera musicale inizia nei primi anni ’40, e nel Quartetto Cetra diventa un elemento chiave grazie alla sua versatilità e presenza scenica.

Giovanni “Tata Giacobetti, era nato il 24 giugno 1922 a Roma, era un noto musicista e autore. La sua voce profonda e le sue doti di intrattenitore hanno contribuito a caratterizzare il sound del Quartetto. Nota è la sua capacità di alternare parti soliste a armonie di gruppo.

Felice Chiusano, noto anche come “il pelato”, era nato il 28 marzo 1922 in provincia di Latina. Era un cantante, attore e compositore, le cui abilità musicali e vocali hanno avuto un ruolo fondamentale nel definire il pubblico del gruppo. Partecipava spesso anche alla scrittura dei testi delle canzoni.

Virgilio Savona, era nato il 21 dicembre 1919 a Palermo, ed è stato un grande polistrumentista e compositore. La sua talentuosa abilità nel creare arrangiamenti ha arricchito enormemente il repertorio del quartetto. Era anche il “pianista” del gruppo e ha contribuito con testi e melodie a molte delle loro canzoni e il più impegnato politicamente, scrisse una canzone dedicata a Angela Davis, una famosa attivista, accademica e autrice statunitense, conosciuta per il suo impegno nei diritti civili, per il suo attivismo nella lotta contro il razzismo e il patriarcato, e per il suo lavoro a favore dei diritti delle donne e quando, nel 1971, il Quartetto Cetra presentò Angela” all’interno della trasmissione televisiva “Stasera sì”, la censura invitò Savona anon occuparsi più di problematiche legate alla politica, giustificandosi che si trattava di “cose delicate”. Savona, di rimando, colse l’occasione per comporre lo straordinario ironico brano Sono cose delicate.

Devi sapere che il Quartetto Cetra ha raggiunto una notevole fama negli anni ’40 e ‘60, diventando uno dei gruppi più celebri del panorama musicale italiano. La loro musica spaziava dalla canzone popolare alla musica leggera, spesso mescolando generi come il jazz e la musica folk. Molti dei loro brani sono noti per il loro umorismo e la loro leggerezza, con testi che commentano la vita quotidiana e i costumi del tempo. Tra le loro canzoni più celebri ti posso citare “Nella vecchia fattoria”, “Aveva un bavero”, “Concertino, “Un disco dei Platters”, “Che centrattacco!”, “I ricordi della sera”, “Però mi vuole bene”. Su quest’ultimo brano, di un’attualità disarmante, urge una analisi sociologica. Infatti, caro Sandrino, dal punto di vista sociologico, questa canzone può essere analizzata sotto diversi aspetti: La rappresentazione dei sentimenti, il testo esprime un sentimento di affetto e un po’ di ironia nei confronti delle relazioni interpersonali. Essa riflette la complessità dei rapporti umani, in particolare l’amore, che è spesso accompagnato da ambivalenza e contraddizioni.Per la cultura popolare, “Però mi vuole bene”, può essere considerata il prodotto di una società in evoluzione, in cui l’umorismo e la musica leggera svolgono un ruolo significativo nel modo in cui le persone si relazionano tra loro e affrontano le loro emozioni. L’uso dell’ironia nella canzone è un modo per affrontare tematiche profonde con leggerezza, riportando alla mente che anche in situazioni di conflitto o di incertezza sentimentale, l’umorismo può essere una strategia di denuncia utile. Questo riflette una certa resilienza della cultura italiana, che spesso trova il modo di ridere delle proprie difficoltà. La canzone può anche essere vista come un’espressione dell’identità culturale italiana del periodo. I temi trattati, le melodie e i testi rispecchiano il contesto sociale e culturale dell’epoca, mostrando come le relazioni affettive siano al centro della vita quotidiana degli italiani. In sostanza, “Però mi vuole bene” offre uno spaccato della società italiana del tempo, evidenziando al contempo le dinamiche delle relazioni umane, l’importanza dell’umorismo e la costruzione dell’identità culturale attraverso la musica. Per chiudere questo mio racconto sul Quartetto Cetra, voglio sottolineare quanto questo gruppo, ancor oggi, è considerato un’icona della musica italiana del XX° secolo. La loro innovativa combinazione di comicità, melodia e talento vocale ha influenzato generazioni di artisti e continua a essere apprezzata anche oggi. La loro carriera si è protratta fino agli anni ’80, e il loro lascito musicale è restato vivo grazie a diverse riedizioni e omaggi da parte di nuovi artisti.

Quindi, nell’invitarti ad ascoltare i loro successi sul web e a guardare i loro programmi televisivi, ti invito a non dimenticare che il Quartetto Cetra rappresenta una parte importante della storia musicale italiana, grazie alla loro capacità di intrattenere e comunicare messaggi profondi attraverso la musica, rimanendo un simbolo di talento e creatività.

Sandrino: Grazie zio, prometto che ascolterò le loro canzoni e magari le giro anche a Sgubloz, un amico rapper, per attualizzarle…

Zio: Perché no! Ma ti avverto, se dovesse uscirne una cover-ciofeca, sono pronto a polverizzargli il sedere a pedate.

A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto fonte il Giornale 

Editorialista Marco Benazzi

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